Tratto da: Il Dito del 13/10/2008; La Red, Catania e l’ambiente: disastro multifronte.
Con uno sgargiante manifesto rosso-natalizio l’Amministrazione Stancanelli annuncia che sta lavorando ad un nuovo anno. Non è chiaro se si tratti di una promessa o di una minaccia. Come personale bigliettino di auguri intanto i catanesi stanno cominciando a ricevere la nuova tassa sui rifiuti urbani con un ulteriore aumento di circa il 10 per cento, che si aggiunge al raddoppio intervenuto negli ultimi anni dopo la “geniale” invenzione deli ATO.D’altra parte il miglioramento del servizio è sotto gli occhi di tutti: scomparsi i cassonetti per la raccolta differenziata (ammesso che servissero effettivamente allo scopo) e netturbini pagati a singhiozzo e solo dopo assere stati costretti, per protesta, a spalmare diligentemente di spazzatura piazza Duomo.
In effetti, un’analisi dell’Istituto Ambiente sui parametri ambientali delle città capoluogo di provincia, diffusa un paio di mesi addietro, aveva relegato la città di Catania al terzultimo posto (101° posizione si 103), con un peggioramento di sette posizioni rispetto all’anno precedente.
Sulla base di parametri oggettivi, Catania aggiunge così un ulteriore trofeo al suo non invidiabile palmares: è una delle città che produce più rifiuti in Italia (809 kg/ab./anno: più rifiuti per abitante si producono solo a Pisa, Rimini e Massa) ed ha una delle percentuali più basse di raccolta differenziata (appena il 4,8%).
Preoccupante anche la situazione delle acque reflue: Catania resta ancora una delle città in cui vi sono meno abitanti collegati al sistema di depurazione, solo il 33% [in cambio quelli che non lo sono hanno dovuto illegittimamente pagare la relativa tassa, ndr.].
L’analisi non rileva peraltro la carenza dello stato di pulizia delle strade o la presenza di numerose discariche abusive nel nerritorio né il indica il degrado delle aree di verde pubblico. Questi dati farebbero ulteriormente peggiorare la posizione della città.
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