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Piano contro le mafie, ma molto…piano

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Berlusconi parla trionfalisticamente di una vittoria dell’antimafia dei fatti contro l’antimafia delle chiacchiere. Ma è davvero così? Certo, già l’affermazione di un sodale di Mangano e Dell’Utri è di per sè sospetta. Ma vediamo. Le norme delle legge 136, approvata dal Senato prima dell’estate, sono entrate in vigore il 7 settembre 2010 sotto il nome di “Piano straordinario contro le mafie nonchè delega al governo in materia di normativa antimafia”.
Prevedono obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari per tutti gli operatori economici che partecipano agli appalti di opere e servizi pubblici in qualità di appaltatori o subappaltatori, per i subcontraenti nella filiera delle imprese e per i beneficiari di finanziamenti pubblici anche europei.
Previste pesanti sanzioni amministrative per chi non rispetti le regole, oltre al rischio di annullamento del contratto. Tutti i soggetti interessati alle opere, alle forniture e ai servizi pubblici, contraenti e concessionari, dovranno utilizzare, non necessariamente in via esclusiva, conti correnti bancari o postali dedicati alle pubbliche commesse, mentre i movimenti finanziari relativi ai lavori, se superiori ai 500 euro, dovranno avvenire esclusivamente tramite bonifico bancario o postale sul quale indicare il Codice Unico di Progetto (CUP). Entro sette giorni dall’apertura del conto dedicato, è necessario comunicare alla stazione appaltante gli estremi identificativi insieme ad alcuni dati delle persone delegati a operare su questi. Severo divieto per l’impiego di denaro contante e obbligo di documentazione della spesa. Questo per evitare eventuali infiltrazioni mafiose negli appalti. Previsti inoltre più controlli per i condannati: le loro posizioni fiscali e patrimoniali verranno monitorate e oltre il superamento di determinate soglie scatterà la confisca dei beni in caso di violazione dell’obbligo di comunicazione delle variazioni patrimoniali.
Dal testo è, però, scomparsa la norma riguardante il reato di autoriciclaggio. Lo ha denunciato all’indomani dell’approvazione in Senato il pm antimafia Gaetano Paci, della Direzione distrettuale antimafia di Palermo intervistato da Salvo Palazzolo per Repubblica. “L’autoriciclaggio è importante  –  ha spiegato il magistrato – consente di punire con un reato specifico il reinvestimento di somme da parte di colui che le ha illecitamente conseguite. Con la legislazione attuale può essere contestato solo il reato presupposto, ovvero ad esempio l’intestazione fittizia, l’estorsione, l’associazione mafiosa. Con l’autoriciclaggio  –  spiega Paci  -avremmo uno strumento in più contro il crimine organizzato, così come avviene negli Stati Uniti”. 
Eppure il ministro della Giustizia Angelino Alfano l’aveva annunciato proprio a Palermo, solo nel giugno scorso: il piano straordinario avrebbe previsto il reato di autoriciclaggio, tanto sollecitato anche dal governatore della Banca d’Italia Mario Draghi alla commissione parlamentare antimafia, per punire più severamente i boss e i loro prestanome. Nel testo finale, però, il nuovo reato è scomparso. Ma non basta. Secondo il pm Paci ci sono altre lacune, la lotta ai patrimoni, ad esempio. Il piano non prevede l’utilizzazione delle intercettazioni per le misure di prevenzione patrimoniale, quelle che portano al sequestro e alla confisca dei beni mafiosi. E’ prevista altresì l’istituzione di una banca dati nazionale di tutte le certificazioni antimafia. “Ottima cosa  –  commenta il pm –  ma vi può accedere solo la Procura nazionale antimafia. Sono tagliate fuori tutte le 26 direzioni distrettuali che operano sul campo. Non si comprende perché”.
Ridimensiona l’entusiasmo del Pdl il senatore pd e componente della commissione antimafia, Giuseppe Lumia:“Gli importanti risultati ottenuti nell’ambito della lotta alle mafie sono il frutto dell’azione repressiva messa in atto dalla magistratura e dalle forze dell’ordine. Il governo non fa altro che appropriarsi dei loro meriti, ostacolando contemporaneamente il loro lavoro soprattutto quando riguarda il rapporto mafia-economia e mafia-politica. Si pensi al caso del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, al ddl intercettazioni, allo scudo fiscale, ai tagli di risorse e mezzi utili alle indagini”. Sul piano Lumia afferma: ” Il governo ci ha impedito di migliorare il testo nelle parti relative all’antiriciclaggio, ai collaboratori di giustizia, alla gestione dei beni confiscati, alle collusioni politiche”.
E ricordiamoci inoltre che questo governo si è affrettato a cancellare con un colpo di spugna la legge Bersani che, attraverso la tracciabilità dei compensi, assestava fendenti micidiali all’evasione fiscale. Si può dire: “Ma cosa c’entra l’evasione con la mafia?”. Ricordiamoci che Al Capone andò in galera per quel piccolo, insignificante reato finanziario.
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/19/00222_LEGGE_13_agosto_2010x…
L’allarme del pm antimafia Paci “Dimenticato il reato di autoriciclaggio” – Repubblica.it
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/08/15/news/l_allarme_del_pm_antimafia_paci_dimenticato_il_reato_di_antiriciclaggio-6300731/
http://www.pmi.it/leggi-e-norme/news/7605/tracciabilita-dei-pagamenti-nuove-norme.html
http://www.commercialistatelematico.com/nuoviarticoli/pubblici/460139835-tracciabilita_pagamenti_manovra_estate.html

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