Siamo nel ’55. Stavolta il regista palermitano Vittorio De Seta punta l’obiettivo sulle feste di Pasqua in Sicilia, su tre paesi in particolare San Fratello, Delia ed Aidone.
A San Fratello si scatenano i Giudii, che impersonano il male, il diavolo. Impazzano per tre giorni con scherzi irriverenti e dispetti, indossando i loro antichi, variopinti costumi- la maschera a coprire il volto – suonando le loro trombette fino alla domenica di Pasqua quando la Madonna, incontrando Cristo, mette in fuga le forze del male. A Delia ha luogo la classica rappresentazione sacra della Passione. Sacerdoti-soldati al rullo dei tamburi vanno a catturare Gesù, lo condannano e lo portano al Calvario. Ad Aidone il giorno della domenica di Resurrezione i “Santuna”, cioè gli Apostoli, che la fantasia popolare ama immaginare giganteschi, corrono ad annunciare la lieta novella alla Madonna.
L’audio, come sempre nei documentari di De Seta, è costituito dalle voci dei fedeli, dai canti sacri, dai rumori e suoni della vita ripresa dal padre del cinema documentario italiano.
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