Sciopero generale e a Catania c'è anche Dario Fo

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C’era anche il nobel per la letteratura Dario Fo sul palco del comizio conclusivo dello sciopero generale del 6 maggio organizzato dalla Cgil, anche a Catania come nel resto d’Italia, per protestare contro le scelte economiche e sociali del governo Berlusconi, per la difesa dei diritti, a partire da quello al lavoro, e contro la precarietà.
Fo, che si trova in questi giorni nella città dell’Etna per firmare la regia de ‘Il barbiere di Siviglia’, di Gioacchino Rossini, in programma al Teatro Massimo Bellini, ha denunciato, tra  gli applausi scroscianti dei presenti, la logica del governo che vuole cancellare la conoscenza e l’informazione. “Anche questo teatro catanese, ha proseguito, uno dei più famosi della storia della musica e della composizione alta, ha difficoltà, e ci sono molti cantori, tecnici, maestranze, che lavorano gratis o quasi, perché qui tutti sentono che senza la cultura c’è il peggiore dei vuoti“.
Prima e dopo Fo, in una piazza (Bellini-Teatro Massimo) decisamente affollata, alla fine di un corteo contrassegnato dalla combattiva presenza di lavoratori dei diversi comparti e da una positiva partecipazione giovanile e studentesca, molti interventi. Invece di un unico comizio finale, infatti, il Sindacato catanese ha scelto di fare esprimere, attraverso brevi ma significative testimonianze, esponenti delle categorie più colpite dalla crisi.
Fra i tanti, segnaliamo la presenza dei metalmeccanici, che hanno ricordato la battaglia in atto per difendere il contratto nazionale di lavoro; dei lavoratori della scuola che hanno ribadito che il taglio delle risorse all’istruzione e alla ricerca fa andare irrimediabilmente indietro l’intero Paese; dei precari che hanno sottolineato il “diritto al futuro” e a un presente dignitoso. E ancora pensionati, lavoratori edili, del commercio, studenti
Ad Angelo Villari, segretario provinciale del Sindacato catanese, è toccato, come da tradizione, l’intervento conclusivo. Ha innanzitutto ricordato Gaetano Privitera (il catanese poco meno che quarantenne che nei giorni scorsi ha deciso di togliersi la vita dopo aver perso il lavoro, al quale “ la piazza” aveva dedicato un minuto di raccoglimento), vittima di un disagio che colpisce troppe persone nei tanti centri dove la disoccupazione è il dramma più grave.
Ha, quindi, proseguito sottolineando la voglia di cambiamento espressa, con questa più che partecipata manifestazione, da lavoratori, pensionati e giovani in opposizione a un governo incapace di affrontare i nodi strutturali della crisi. Ha, infine, concluso denunciando i tagli subiti dagli Enti Locali, con il conseguente peggioramento dei servizi e l’innalzamento dei costi, ribadendo la richiesta di sviluppo e lavoro per tutti.
Lotta al precariato, no alla guerra, no al governo Lombardo, difesa dei beni comuni e no al nucleare. Con queste autonome parole d’ordine il Movimento studentesco catanese, il C.P.O. Experia, L’Iqbal Masih e la Federazione della Sinistra hanno aderito al corteo, chiedendo, al termine della manifestazione, di potere intervenire. Ciò ha determinato qualche momento di tensione, finché, dopo il comizio di Villari, ad un rappresentante di queste forze è stato concesso di salire sul palco.
La polemica non si è però interrotta. Infatti, chi è intervenuto per ultimo ha giudicato troppo breve il tempo a disposizione, mentre fra gli organizzatori, visto che per motivi di tempo esponenti di molte categorie non avevano potuto parlare, non si è ritenuto giusto lasciare un tale spazio alle “forze antagoniste” che, peraltro, nei loro documenti avevano vivacemente contestato la piattaforma della CGIL. Un piccolo episodio, comunque, che nulla ha tolto alla riuscita della manifestazione.
(foto tratte dalla galleria web del sito della GCL-Catania)

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