Evasione fiscale, il mercato può dare una mano

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Confrontando alcuni dati relativi ai consumi e ai redditi disponibili è possibile costruire una mappa dell’evasione nella quale si misura la propensione al “nero” e l’infedeltà fiscale.
I risultati di una ricerca, condotta dal Centro Studi Sintesi e l’Unioncamere Veneto, pubblicati su IlSole24Ore del 30 maggio, individuano le Regioni del Sud (Campania, Sicilia, Sardegna e Calabria) fra quelle che hanno lo scarto maggiore tra redditi e consumi.
Si dice che molto sia “dovuto alle attività criminali presenti in queste aree, ma un ruolo importante è giocato dal lavoro sommerso”. Anche a livello provinciale negli ultimi 6 posti, quattro sono siciliane: Messina, Siracusa, Catania e Ragusa.
Ovviamente ci si riferisce ad un potenziale di evasione perché si analizzano non i redditi e i consumi del singolo (questo potrebbe farlo e lo fa in parte il Fisco), ma di un intero territorio. E’ una sorta di redditometro territoriale. E nonostante siamo convinti della bontà della ricerca (i cui indicatori sono stati fra gli altri: le automobili in circolazione, le case di lusso, i consumi di energia e carburante, i depositi bancari, il gettito dell’IVA) riteniamo che qualche dato risente di particolari situazioni: ad es., se a Catania e Ragusa girano il 20% di auto in più rispetto a Torino non è che sia dovuto alla inefficienza storica dei nostri servizi di trasporto pubblico?
Rimane il fatto – si legge nell’articolo – “che il passare del tempo non sembra chiudere la forbice Nord-Sud, perché il confronto con il 2006 vede migliorare le performance delle Regioni che già avevano un indice positivo, e peggiorare le altre: nel 2010 gli «ottimi risultati» nella lotta all’evasione richiamati più volte dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti si sono visti soprattutto al Nord: l’imposta accertata nel 2010 è cresciuta del 71,6% in Provincia di Trento e del 48,6% in Lombardia, mentre per esempio in Campania ci si è attestati sui livelli dell’anno scorso (-0,02%) e in Sicilia c’è stata addirittura una flessione (-6,3%)”.
Meno economia sommersa o meno controlli?
Eppure gli strumenti a disposizione del Fisco sono aumentati con la diffusione della Rete e della informatizzazione; vedi l’attività pubblicizzata dal colonnello della GdF U. Rapetto o il caso dell’Agenzia delle entrate di Pisa che utilizza Google Earth per scoprire gli evasori fiscali (blog di N. Mattina).
Gli strumenti di controllo dei consumi sono in gran parte nelle mani di privati. Da tempo il mercato utilizza le “tessere fedeltà”, propinate da supermercati ed altri esercizi commerciali, che, a fronte di qualche sconto o agevolazione, permettono ai gestori di essere informati sui nostri consumi, così da orientare l’offerta. Anche quando cerchiamo un prodotto su Internet orientiamo le pubblicità sui siti che utilizziamo.

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