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Promuovere la qualità del Made in Sicily

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Forse la Sicilia è arrivata fra le ultime regioni a capire che la globalizzazione dei mercati poteva costituire, più che un pericolo, un’occasione decisiva per far fare alle proprie produzioni tipiche un salto di qualità.
La condizione essenziale per uscire dal vittimismo piagnone e smettere di dare la colpa del mancato sviluppo sempre agli altri è quella di acquisire la capacità di mettere sul mercato dei prodotti che, per quanto di nicchia, siano riconoscibili per la provenienza, il rigore dei disciplinari produttivi e la stabilità delle specifiche caratteristiche dei prodotti.
Date queste precondizioni, due sono gli strumenti per raggiungere il risultato di stare su mercati che ormai non hanno più confini geografici ristretti e che sono particolarmente sensibili ad accogliere prodotti diversi da quelli di provenienza industriale che normalmente si trovano negli scaffali della grande distribuzione.
La prima condizione è quella di ottenere il riconoscimento di un marchio di qualità riconosciuto e garantito in modo autorevole.
In questo campo la Sicilia ha recuperato velocemente il tempo perduto e adesso è, fra quelle del Mezzogiorno, la regione che può vantare il maggior numero di prodotti a marchio garantito: ben 27 prodotti di eccellenza dell’agroalimentare, riconosciuti e tutelati dall’Unione Europa. Di essi 16 sono Dop (denominazione di origine protetta) e 11 Igp (indicazione geografica tipica).
Divisi per categorie, si tratta di:
– frutta fresca e agrumi: Arancia Rossa di Sicilia, Pesca di Leonforte, Uva da Tavola di Canicattì, Uva da Tavola di Mazzarrone,  Ciliegia dell’Etna, Fico d’India dell’Etna, Arancia di Ribera, Limone Interdonato di Messina, Limone di Siracusa, Limone di Messina
– frutta secca: Pistacchio verde di Bronte
– formaggi: Pecorino Siciliano, Piacentinu Ennese, Ragusano, Vastedda della Valle del Belice
– salumi: Salame S. Angelo
– ortaggi: Pomodoro di Pachino, Cappero di Pantelleria, Carota Novella di Ispica
– olive e olio: Monte Etna, Monti Iblei, Valle del Belice, Val di Mazara, Valdemone, Valli Trapanesi, Nocellara del Belice
– pane: Pagnotta del Dittaino.
Per quanto è a nostra conoscenza, è in corso anche l’istruttoria per il riconoscimento dell’IGP al cioccolato di Modica e alla cipolla di Giarratana.
Una seconda condizione è la capacità di farsi conoscere. Ormai la strada maestra per affrontare questo problema è la pubblicazione di un sito internet, attraverso cui presentare l’azienda e i suoi prodotti ma anche per avere la possibilità di vendere direttamente.
Il panorama però si sta facendo sempre più affollato e non sempre i motori di ricerca sono il grado di favorire il riconoscimento del prodotto di prodotto di qualità, dato che spesso si tratta di piccoli produttori che non hanno molte risorse da investire in pubblicità.
E’ per questo che ci sembra interessante, ma purtroppo poco conosciuta, l’iniziativa avviata da qualche tempo dalla Camera di commercio di Catania che all’interno del suo sito istituzionale ha aperto un’esposizione virtuale di produttori e prodotti tipici della provincia di Catania che spazia dall’agro-alimentare all’artigianato.
La sezione del sito si chiama EtnaQuality e per ciascun prodotto sono indicati i contatti, resi disponibili dagli espositori per eventuali rapporti diretti.
Si tratta di prodotti che sono esclusivamente di provenienza locale, o che comunque sono ricavati da materie prime di provenienza locale e i cui processi di lavorazione rispettano le metodologie tradizionali locali.
Fra le tante, un’altra piccola iniziativa che ci sembra interessante segnalare in questo campo si chiama “Menù Dos”, acronimo che sta per “Menù di origine siciliana, ideata dall’associazione di promozione sociale “NutriAmo la Salute”.
Essa si propone di favorire e incoraggiare il consumo dei prodotti siciliani di stagione appositamente elaborati e che provengono soprattutto dai territori circostanti.
Il progetto, che è già in atto presso alcuni ristoranti, pizzerie e pub di Giarre e Mascali, riconoscibili da un adesivo esposto.
Iniziative di diverso spessore, ma tutte convergenti verso il comune obiettivo di dare visibilità a quanto di bello e di buono produce la nostra terra.

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