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Mobilità in Sicilia, disastro senza fine

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Trasporti in Sicilia: ritorno al futuro

Ennesima estate da dimenticare per il sistema siciliano dei trasporti sia pubblici che privati. In queste settimane si stanno concentrando una serie di avvenimenti devastanti che neanche la più raffinata e malvagia delle regie sarebbe stata in grado di mettere in scena. Vediamone alcuni.

Azienda Siciliana Trasporti

Gli autobus dell’AST, una delle principali agenzie pubbliche di trasporto intercomunale e interprovinciale, non riescono ad uscire dalle rimesse, o lo fanno in modo assolutamente casuale, per mancanza di gasolio.
Ma si tratta di una situazione che perdura già da diversi mesi, con corse soppresse senza preavviso, anche a causa del ritardato pagamento di stipendi e indennità varie al personale.
Un solo risultato per gli utenti, quasi sempre pendolari per necessità di lavoro o di studio: attese lunghe anche di ore, spesso sotto il sole cocente, per poi alla fine doversi arrendere e cercare un passaggio di fortuna.
L’assessore regionale all’Economia Armao, alle prese con un forsennato spending review di fine legislatura imposto da Monti (ma guai a dire che la Regione è stata commissariata), se ne esce ribadendo che non ci sono fondi per l’Azienda, che attende ormai parecchie decine milioni di euro dalla Regione, oltre che dai Comuni.
Ma non è da escludere che si sia trattato anche di cattiva gestione perchè, come accade anche in altri ambiti, i contributi regionali  drogano il mercato creando e mantenendo in piedi carrozzoni.
Il deficit dichiarato è di quasi 100 milioni di euro ed è in continua crescita perché i mancati trasferimenti degli Enti interessati costringono l’Azienda a costanti scoperture bancarie.
Ciò tuttavia non ha impedito la nomina a vice presidente e amministratore delegato, certo non a titolo gratuito, dell’avv. Gaetano Tafuri, forse per consolarlo della fresca trombatura come Commissario della Ferrovia Circumetnea.
Né le prospettive future sono migliori: il nuovo piano d’impresa prevede la dismissione dei servizi urbani ad Acireale, Augusta, Caltagirone, Chiaramonte Gulfi, Gela, Lentini e Carlentini Ragusa, Gela Salemi e Siracusa. Saranno ridotti invece del 20% i servizi a Barcellona Pozzo di Gotto, Milazzo, Modica , Paterno’ e Scicli. Saranno dismesse anche altre linee extraurbane in provincia di Catania, Enna, Ragusa, Trapani e Palermo.
Siamo alla vigilia di una svendita dell’Azienda a privati per una manciata di euro? L’ANAV (Associazione nazionale autotrasporto viaggiatori) ha già dichiarato la propria dispionibilità.

Autostrada Catania-Messina

Rovinoso l’incrocio fra l’insufficienza di personale ai caselli e gli scioperi di protesta più o meno casuali del personale in servizio, costretto a turni prolungati senza ricevere il cambio.
Risultato: pochi varchi aperti e code chilometriche e assolatissime, soprattutto ai principali caselli e nelle ore di punta.
Una situazione che si ripete, specialmente in estate, con una puntualità degna di miglior causa. Solo che gli altri anni si era riusciti ad ovviare assumendo altro personale precario, operazione che quest’anno rischia di non poter funzionare perché non ci sono soldi.

Trenitalia

La Direzione Trasporto Regionale di Trenitalia ha annunciato la soppressione del 25% di tutti i convogli che circolano nella Regione a partire dal 29 luglio.
Ad essere tagliati saranno alcuni treni delle tratte Palermo – Trapani, Palermo – P.Raisi, Palermo – Catania, Catania – Caltanissetta, Siracusa – Gela. Come in altri casi, è difficile capire la logica di questi tagli: forti riduzioni sono previste ad esempio sulla Agrigento – Catania, a pochi mesi dalla conclusione di importanti lavori di ammodernamento costati svariati milioni di euro.
Resta sempre senza risposta la domanda sulla fine che hanno fatto i 55 milioni di euro stanziati per l’acquisto di nuovo materiale rotabile, mentre appare sempre più come un’araba-fenice la firma del Contratto di servizio tra la Regione e Trenitalia, indispensabile atto preliminare per un serio piano di programmazione e sviluppo del trasporto ferroviario in Sicilia.
E’ di questi giorni invece la notizia dell’ennesimo finanziamento perso per l’inettitudine della nostra classe dirigente: 1970 milioni di euro che dovevano servire a prolungare il raddoppio della ferrovia CT-ME fra Fiumefreddo e Giampilieri. Pace all’anima sua.

Conclusioni

Non è difficile tirare le somme di questo diluvio di cattive notizie. A farne le spese sono due assi portanti di quel che resta della disastrata economia regionale: i pendolari che sono costretti a spostarsi quotidianamente per andare a lavorare (almeno quei pochi che se lo possono ancora permettere); le attività legate al turismo, miraggio di una sempre dichiarata occasione di sviluppo per l’isola, ma che si fa di tutto per affossare in modo irreversibile.

1 Comments

  1. La foto di commento all’articolo non poteva essere più azzeccata: muoversi in Sicilia con in mezzi pubblici significa rivivere lo stesso stupore e sbigottimento che provarono Sonnino e Franchetti in occasione del loro viaggio nell’isola. Del resto, dal 1876 la situazione ben poco è cambiata, visto che le ultime migliorie alla linea ferroviaria risalgono agli anni ’30 così come buona parte delle strade statali ancora oggi in uso.
    AST, che nel servizio interurbano è spesso l’unica alternativa possibile, è assolutamente inadeguata.
    Spesso i turisti che vengono a visitare le meraviglie della Val di Noto rimangono impietriti dinanzi a certi carrozzoni sporchi e raffazonati. Così come allucinante è lo stesso sito web, che per venire incontro alle esigenze turistiche delle zone servite dovrebbe esistere quantomeno anche in lingua inglese. Non parliamo dell’assistenza agli utenti, praticamente inesistente.
    Mi verrebbe da dire che i mali dell’AST siano la logica conseguenza della gestione pubblica/politica, ma qui mi addentrerei in un altro e più delicato argomento.

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