Docenti inidonei, non inutili

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Gli inidonei sono quei docenti della scuola statale che, per gravi motivi di salute, così come previsto dalle norme vigenti, hanno dovuto abbandonare le proprie classi per occuparsi di attività connesse con la didattica. Ce ne sono alcuni anche a Catania, attualmente impegnati in biblioteche scolastiche, laboratori didattici, ecc..
Con la ben nota, per molti famigerata, ‘Revisione di spesa’ del governo Monti, circa 4500 insegnanti, in tutta Italia, saranno obbligati a svolgere mansioni diverse da quelle che i loro titoli e le loro specializzazioni comportavano, per essere impiegati nelle segreterie scolastiche o come assistenti tecnici. Oppure saranno posti in mobilità.
Siamo di fronte a un provvedimento che, al contempo, dequalifica la loro collocazione lavorativa e impoverisce le loro retribuzioni. Contro tutto questo, nel ‘difficile’ mese di agosto si è sviluppata, supportata solo dai Cobas Scuola, una forte mobilitazione, con presidi davanti alle due Camere, e un forte impegno personale degli ‘inidonei’, che è giunto sino alla sospensione dei trattamenti terapeutici e allo sciopero della fame.
I Cobas Scuola hanno formalmente diffidato il MIUR, sostenendo che i docenti “idonei ad altri compiti non possono essere trasferiti d’ufficio senza una loro espressa volontà perché ciò costituisce demansionamento e dequalificazione […] che tale trasferimento coatto corrisponde di fatto allo smantellamento delle Biblioteche Scolastiche (che oggi sono veri e propri laboratori multimediali) nelle quali opera personale formato e specializzato, e all’immiserimento della scuola con l’eliminazione delle preziosissime attività didattiche dei Laboratori e dei Supporti alla Didattica, a discapito degli studenti e della formazione dei giovani”.
Peraltro, lo spostamento negli uffici, proprio per le condizioni di salute di questi lavoratori, che non possono assumere carichi di lavoro eccessivi, oltre a determinare la non assunzione di altro personale ATA, contribuirà a rendere meno funzionali gli uffici stessi.
Visto che tutto questo viene fatto in nome del risparmio, i Cobas Scuola hanno proposto di mantenere gli ‘inidonei’ nelle loro attuali collocazioni utilizzando le risorse che attualmente sono destinate al pagamento delle cosiddette Funzioni Strumentali (docenti che svolgono anche altri compiti), il cui operato nelle scuole non solo non sembra, oggettivamente, necessario, ma può essere facilmente sostituito utilizzando il ‘fondo di Istituto’.
Durante la mobilitazione, i docenti inidonei hanno ottenuto diversi incontri con rappresentanti della maggioranza (PD) e dell’opposizione (IDV) che hanno condiviso le loro ragioni. La VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati ha, addirittura, dato parere favorevole alla revisione dell’articolo in questione ( art 14, comma 3).
Purtroppo, il decreto legge sulla revisione di spesa, dopo essere stato votato al Senato, è arrivato del tutto blindato alla Camera. Non è stata perciò possibile nessuna discussione sul testo. Nonostante sia stato chiaro sin dall’inizio che né il Senato né la Camera avrebbero apportato modifiche di sorta al testo della spending review, i docenti inidonei per oltre dieci giorni non hanno smesso di protestare per affermare le proprie ragioni rispetto ad un licenziamento immotivato, inutile, dispendioso, chiaramente illegittimo, di stampo autoritario. Né smetteranno di mobilitarsi.
Sono, infatti, previsti ulteriori incontri con il Governo, mentre i Cobas Scuola preannunciano azioni legali e invitano le Organizzazioni Sindacali a non firmare alcun atto che sancisca il licenziamento dei docenti e la loro riassunzione come ATA.

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