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Caserta, ridurre le distanze per rinnovare la politica

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‘Quando mi presento come candidato sindaco non sempre riesco a parlare con i miei interlocutori, c’è un’ evidente distanza fra cittadini e politica che sembra crescere sempre più’. Forte del suo essere prestato alla politica, di vivere questa avventura elettorale come parentesi, pronto a tornare ad occuparsi di economia, Maurizio Caserta ha fatto di questa sua diversità una delle cifre fondamentali della sua proposta elettorale, concretizzatasi, non a caso, in una candidatura ‘solitaria’ e in una lista civica.
Solo posti in piedi nel salone di CittàInsieme, per il secondo incontro con gli aspiranti primi cittadini catanesi. Evidentemente in tanti vogliono capire quanto sia articolata e credibile questa proposta di governo. Il ‘format’ dell’incontro prevede una presentazione del candidato, che poi si sottopone alle domande delle Associazioni promotrici dell’iniziativa e del pubblico.
Caserta ricorda di aver presieduto gli Stati Generali sulla Città, promossi dall’amministrazione Stancanelli. Sostiene che produssero buone idee, ma che nessuno le volle raccogliere. Non dice, però, quali fossero tali progetti condivisibili, né per colpa di chi rimasero lettera morta.
Al centro del suo ragionamento l’idea di una macchina comunale decisamente più snella, che si deve occupare direttamente solo dei problemi fondamentali di tutta l’area metropolitana (viabilità, igiene, sicurezza, acqua). Che crea le precondizioni per il rilancio dell’economia, puntando soprattutto su piccole e medie imprese, che vanno aiutate, diversamente da quanto fatto sinora con una politica di sprechi e clientele, all’interno di un percorso che fa della legalità la fondamentale leva economica.
Accetta, con convinzione, di firmare l’appello alla trasparenza promosso da Libera e sottolinea che per renderlo credibile occorre non solo indicare le regole, ma bisogna costruire le condizioni perché vengano effettivamente rispettate.
Alle richieste di maggiore attenzione sui problemi dell’infanzia, risponde riconoscendo la centralità del problema e indica fra le possibili soluzioni lo sviluppo di una rete di scuole di qualità in tutte le zone della Città. Peccato che sia rimasta fuori dalla discussione la più semplice, e realistica, delle soluzioni per contrastare la dispersione scolastica e il disagio dei minori: estendere in maniera significativa il tempo pieno nella scuola dell’obbligo.
Pur sollecitato dal pubblico, Caserta affronta solo parzialmente le problematiche relative allo sviluppo urbanistico. Riconosce la complessità del piano del traffico, si dice poco convinto della recente introduzione del bus rapido, ma non indica soluzioni (il che è comprensibile), né individua scelte precise e/o priorità, e questo è meno comprensibile. Unica concessione, l’idea di utilizzare anche il mare per semplificare e rendere più efficienti i trasporti.
Non dice cosa non va nelle recenti proposte di piano regolatore generale, limitandosi a sottolineare l’esigenza che nella stesura intervengano, accanto ai tecnici del settore, sociologi, economisti, ecc. Non dà un giudizio negativo sul P.U. A. (piano urbanistico attuativo), un progetto che cementificherà la playa, limitandosi a interrogarsi sulla reale possibilità, per le strutture che verranno create, di attrarre adeguati flussi turistici. Infine, non entra nel merito dei temi urbanistici attualmente più scottanti: Corso Martiri, Rotolo.
Una maggiore articolazione del programma sarebbe stata, molto probabilmente, apprezzata dai presenti. Avrebbe, infatti, permesso di valutare non solo un modo diverso (movimento civico) di presentarsi alla Città, ma le ragioni profonde di una tale diversità. Non averlo fatto non nega, ovviamente, l’autonomia del movimento, ma, nel contempo, non aiuta a condividerne il percorso.

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