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"Visioni di San Berillo" per riprogettare il territorio

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Cinema, teatro, incontri: per tre giorni, dal 27 al 29 maggio, Catania discuterà di San Berillo. Per oltre un anno e mezzo, un gruppo di giovani ha lavorato, all’interno del progetto “Urban Cultural Maps”, finanziato dall’Unione Europea, per recuperare le identità nascoste e ignorate del quartiere e proporre un percorso di lettura della città e dei suoi bisogni che metta al centro, in contrapposizione alla logica degli interessi particolari, l’idea di una progettazione condivisa. Ci presenta l’iniziativa Andrea D’Urso, dottore in geografia, tra i curatori del libro: Urban Cultural Maps. Condividere, partecipare, trasformare l’urbano”.
Da oltre 50 anni lo sviluppo delle città si sta rilevando sempre più insostenibile ed eco-catastrofico, generatore di nuove povertà ambientali.
Già negli anni ‘60 in nome della “società del benessere” si sono sfruttate al massimo le risorse del territorio: sono stati sventrati interi spazi della città storica e sono stati creati nuovi contenitori abitativi, inizialmente pensati come spazi moderni per l’affermazione dell’individuo, che ben presto si sono rivelati vere e proprie sacche di degrado e povertà.
La città ‘neoliberista’, a partire dagli anni ‘90, ha aggravato tale situazione, attraverso la pesante riduzione dei servizi sociali e un’intensa opera di cementificazione del territorio, a discapito delle sue caratteristiche e qualità.
Le forme di governo della città si sono adattate e hanno favorito tali processi attraverso logiche verticistiche, con l’approvazione di mega opere prodotte in serie, firmate da “Archistar” e inserite forzatamente nei contesti locali.
Inoltre, la svendita del patrimonio pubblico, insieme a forme di gestione pubblico-private poco trasparenti e per nulla partecipate, continua a rispondere a una logica che vede nel territorio un mero supporto fisico alle attività economiche, regolate da leggi del mercato esterne al territorio stesso.
A partire da tali considerazione il progetto “Urban Cultural Maps”, finanziato dall’Unione Europea, vuole ribaltare i termini della questione, progettare il territorio a partire dalle relazioni sociali sedimentatesi nell’evoluzione storica del luogo, dal suo vissuto e dallo scambio di pratiche innovative e solidali, attraverso forme di partecipazione diretta degli abitanti.
Perché la sostenibilità di un’ opera, di un progetto o di un piano non dipendono dall’uso di materiali eco compatibili, bensì da una lettura partecipata e attenta del territorio, dalla rilevazione dei suoi bisogni, dall’uso dei suoi spazi, dalla sua cura e manutenzione, dallo sviluppo di reti economiche solidali e dalla costruzione di comunità aperte e accoglienti.
Per oltre un anno e mezzo, un gruppo di giovani di Catania ha lavorato, con grande impegno, per recuperare le identità nascoste e ignorate del quartiere di San Berillo, attraverso l’organizzazione di passeggiate, momenti di confronto pubblico, interviste e questionari, al fine di ricostruire quegli elementi strutturali che lo rendono un luogo unico.
Il risultato di questo processo è stata la realizzazione di una mappa cartografica del quartiere che cercasse di rappresentare al meglio tali elementi, intesi come patrimonio materiale e immateriale. Si tratta di una cartografia creativa che utilizza diversi linguaggi, che nulla hanno a che vedere con la cartografia tradizionale.
Si è scelto San Berillo per la sua storia, per la ‘ferita’ che ha lacerato la città nella sua complessità e per le conseguenze avvenute dopo il suo sventramento nel 1956. Si è scelto San Berillo perché oggi rimane al centro dei processi di trasformazione urbana sociale ed economica di una parte significativa della città di Catania: il suo centro storico.
Le mappe vogliono essere uno strumento, un metodo, dal quale ripartire per ripensare e riprogettare il quartiere, in netta antitesi rispetto ad un’ idea di città progettata dall’alto, che favorisce gli egoismi e gli interessi particolari dei noti “attori” forti.
Visioni di San Berillo, una tre giorni di manifestazioni e dibattiti, rientra dentro lo schema della mappatura di comunità nella quale sono utili tutte le forme di rappresentazioni artistiche, culturali, e di saperi (architetti, urbanisti, storici e geografi) allo scopo di definire una visione condivisa dal quartiere.
La visione condivisa non significa pacificazione tra interessi contrapposti rispetto allo sviluppo di un luogo, ma rappresenta uno strumento per tutelare gli interessi dei soggetti più deboli, che altrimenti soccomberebbero di fronte alla “potenza di fuoco” degli attori/poteri forti.

Programma:
Lunedì 27 Maggio, Cinema King ore 21:00
– in “anteprima” estratti dal documentario “I fantasmi di San Berillo” di Edoardo Morabito e Irma Vecchio http://ifantasmidisanberillo.blogspot.it/

– “Quello che si ricorda” (9′- Sb 2008/13) di Maria Arena.
– “Quasi niente è cambiato” (50′, 2001) di Elena Russo
Martedì 28 Maggio, “Museo Reba” ore 21:00
– “Ballata per San Berillo” regia di Elio Gimbo, drammaturgia e interpretazione di Salvatore Zinna, musiche originali di Fabio Grasso.
– Cena di cucina senegalese di Binette
– Mostra fotografica curata da Maurizio Zignale, centro arti visive Sikanie
Mercoledì 29 Maggio Palazzo della Cultura di Catania ore 17:00
– workshop finale del progetto “Urban Cultural Maps”, presentazione delle Mappe di Comunità di San Berillo (Catania) e Pradl (Innsbruck).
– Incontro/dibattito coordinato dal Prof. Nunzio Famoso con gli abitanti, associazioni ed esperti con la presenza dell’urbanista Arch. Pierluigi Cervellati.
– Presentazione del libro “Urban Cultural Maps. Condividere, partecipare, trasformare l’urbano” a cura di Andrea D’Urso, Giuseppe Reina, Birgit Reutz e Fernando Ruiz Peyré.
Modifica dell’ultima ora. L’incontro-dibattito del giorno 29 si svolgerà al Castello Ursino anziché al Palazzo della Cultura sempre alle 17:00 per problemi tecnici della struttura.

2 Comments

  1. Intanto,anziche’pensare a ristrutturarlo io farei implodere il tristemente famoso palazzo della droga.Sia come fatto simbolico che pratico.

  2. AVVISO IMPORTANTE!!!! l’incontro-dibattito di domani si svolgerà al Castello Ursino anziché al Palazzo della Cultura sempre alle 17:00 per problemi tecnici della struttura

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