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Lachea-Ciclopi, nuovo allarme Legambiente

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Ennesimo allarme di Legambiente Catania. Stavolta ad essere in pericolo è la costa del Comune di Aci Castello, a nord di Punta Aguzza. Gli interventi consistono nella posa di reti agganciate con chiodi sui basalti e avrebbero già ottenuto l’autorizzazione del Genio Civile di Catania e il nulla osta della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania. Secondo Legambiente, preparerebbero la realizzazione dell’ennesimo lido balneare.
Le lave presenti nell’area sono particolarmente rare e preziose e vengono considerate dagli studiosi “emergenze geologiche di pregio“. Gli interventi non sono solo devastanti ma inutili e si accompagnano all’eliminazione della particolare vegetazione presente sulle rocce.
Legambiente ha pertanto chiesto al Comune di Aci Castello e alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania, “di intervenire tempestivamente per accertare la legittimità degli interventi in corso di esecuzione e disporre l’immediata sospensione dei lavori e il ripristino dei luoghi”.
Ecco il Comunicato dell’associazione
Sull’area costiera del Sito di Importanza Comunitaria “Fondali di Aci Castello (Isola Lachea – Ciclopi)”, Legambiente chiede la sospensione dei lavori sulla scogliera lavica che stanno determinando profonde e irreversibili alterazioni ambientali e paesaggistiche.

Legambiente Catania ha riscontrato l’esecuzione di lavori nel tratto costiero del Comune di Aci Castello, a nord di Punta Aguzza, consistenti nella posa di reti sui basalti, in chiodature e disgaggio di massi lavici.
I lavori, che sarebbero da mettere in relazione alla realizzazione di un nuovo lido balneare, avrebbero ottenuto l’autorizzazione del Genio Civile di Catania e il nulla osta da parte della Soprintendenza ai Beni Culturali ed Ambientali di Catania.
I lavori stanno già determinando un significativo impatto ambientale e paesaggistico che oggi non può certamente essere tollerato, soprattutto se a ridosso di aree naturali protette.
Infatti, i lavori in questione insistono nel territorio dell’Area Marina Protetta Isole Ciclopi e del S.I.C. ITA070026 “Fondali di Aci Castello (Isola Lachea – Ciclopi)”. La presenza del Sito di Interesse Comunitario impone la procedura della valutazione di incidenza ma non si è a conoscenza se essa sia stata realizzata.
Le lave presenti nell’area appartengono alla serie di colate emesse, durante le fasi preistoriche, dal “Mongibello recente” e in particolare da apparati laterali localizzati sul basso versante sud-orientale di tale centro eruttivo.
Si tratta di campi di lava compositi, formati dalla sovrapposizioni di numerosi flussi lavici con spessori singoli variabili dal metro alla decina di metri. I campi lavici sono stati caratterizzati da morfologie a “dammusi”, corrispondenti alle più conosciute lave “pahoehoe”, cioè lave con superficie di aspetto levigato, caratterizzata in particolare da arricciamenti in pieghe e grinze denominate corde.
I campi lavici con tali morfologie sono relativamente rari sull’Etna che, attualmente, emette solo colate laviche intensamente brecciate e vanno, quindi, considerate come emergenze geologiche di pregio.

Il campo lavico in questione presenta anche numerosi tumuli di sovrappressione, cioè forme in rilievo a pianta irregolarmente circolare con altezze di alcuni metri. Sulla costa l’erosione marina ha messo in evidenza gli spessori notevoli dei singoli flussi lavici e generale assenza di brecce di tetto e letto. Le rocce laviche interessate dall’intervento sono assolutamente massive e prive quasi del tutto della porzione brecciata che caratterizza spesso le colate laviche etnee.
Su tali rocce massive si stanno ancorando due strati di rete metallica, il primo a maglia stretta, utile per il trattenimento di massi di piccole dimensioni, del tutto assenti nell’area in questione, e il secondo a maglia più larga ma assolutamente inadeguato per trattenere il distacco di masse di roccia più significative. Inoltre le bancate laviche hanno giacitura orizzontale o sub-orizzontale e, pertanto, gli interventi di chiodatura longitudinali alla giacitura degli strati sono assolutamente inutili.
I lavori hanno altresì determinato l’eliminazione della peculiare vegetazione presente sulle rupi.
Legambiente ha pertanto chiesto a tutti gli enti competenti, e in primo luogo al Comune di Aci Castello e alla Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Catania, di intervenire tempestivamente per accertare la legittimità degli interventi in corso di esecuzione e disporre l’immediata sospensione dei lavori e il ripristino dei luoghi.

1 Comment

  1. è ammirevole che solo Legambiente avverta a Catania il bisogno di denunciare con rabbia le devastazioni che vengono messe in atto dai padroni delle coste. Da ultimo vi segnalo la devastazione che viene messa in atto nel golfetto di Ognina a ridosso della terrazza Balsamo. Gli uffici UDEMA operano solo nell’interesse dei predoni del mare. Da recente abbiamo chiesto di avere copia e di leggere le richieste articolate dalla srl LA TORTUGA per realizzare opere a rdosso del secondo molo. Abbiamo dovute redigere note di risposta in quanto i padroni del mare hanno frapposto un diniego al nostro diritto di visura. Questa è l’Italia della privacy che impedisce al cittadino di difendere i beni comuni assolutamente indisponibili. Legambiente è preziosa e bisogna interessare la Procura circa il vostro operato di denuncia.

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