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A scuola la storia "si canta"

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Si può, a scuola, provare ad approfondire adeguatamente i problemi, rendendo, nello stesso tempo, interessante e attraente lo studio? Se raggiungere una tale ‘quadratura del cerchio’ è, forse, impossibile, tentare è necessario. A scanso di equivoci, nessuno pensa che si possa studiare e apprendere senza fatica; si possono, però, sperimentare nuove opportunità e modalità di impegno, in grado di rendere meno grigia la tonalità del lavoro scolastico.
All’interno dello studio della Storia, ad esempio, si può provare a indagare la realtà adoperando fonti e riferimenti particolari, sicuramente meno tradizionali.
Al liceo Boggio Lera di Catania si sono utilizzate le canzoni per ricostruire, con i ragazzi dell’ultimo anno, problemi e contesti propri dell’età contemporanea.
Preliminarmente, ci si è confrontati, in classe, con l’obiettivo di definire i temi caratterizzanti il periodo storico oggetto dello studio; quindi, i ragazzi hanno autonomamente cercato quelle canzoni che, secondo loro, erano in grado di rappresentare più adeguatamente tali temi; infine, utilizzando la storia come punto di riferimento unitario, l’indagine si è estesa ad altre forme di conoscenza (artistiche e scientifiche) per ricostruire, in maniera interdisciplinare, le tante sfaccettature che caratterizzano ogni avvenimento.

Se ci si fosse limitati a questo, si sarebbe trattato di un impegno interessante ma, tutto sommato, non particolarmente innovativo. Ogni consiglio di classe, infatti, dovrebbe sempre lavorare in maniera coordinata e collegiale, per poter sviluppare indagini in grado di collocare il ‘particolare’ all’interno del ‘generale’. Nel caso citato si è fatto di più.
Poiché parecchi allievi erano in grado di suonare diversi strumenti musicali e altri erano capaci di cantare, sono stati gli stessi ragazzi a interpretare le canzoni che, registrate all’interno dell’aula insonorizzata di cui dispone la scuola e/o nelle palestre, hanno rappresentato un primo significativo materiale autoprodotto.
A questo punto ci si è interrogati su ciò che sarebbe potuto servire per approfondire quello che emergeva da musica e testi cercando, all’interno della produzione artistica più generale (dal cinema alla pittura), ulteriori stimoli e testimonianze.
Una volta acquisito tutto questo materiale, il lavoro è proseguito in due direzioni: da un lato ci si è interrogati su come assemblare unitariamente il tutto, dall’altro sulle modalità per proporre all’esterno il complesso frutto della ricerca.
Nel primo caso la soluzione è stata quella di produrre un ipertesto, capace di sintetizzare e, nello stesso tempo, articolare secondo un filo conduttore unitario i tanti materiali ‘incontrati’.
Nel secondo si è scelto di produrre un video che, alternando canzoni, spezzoni di film, drammatizzazioni e interventi specifici (tutti discussi e decisi dagli allievi) potesse sintetizzare il senso del lavoro.
Molti i temi affrontati: la guerra, con La canzone del Piave, Gorizia, Lilì Marlene, Blow in the wind, il lavoro (Se otto ore vi sembran poche, Per i morti di Reggio Emilia), la questione femminile, con il canto La lega che ricorda la partecipazione delle donne alle lotte proletarie in contrapposizione alla visione erotica di Ventiquattromila baci, per arrivare al desiderio di emancipazione de La bambola.
E poi il fascismo e la resistenza con i classici Faccetta nera e Giovinezza da una parte e Bella ciao dall’altra, e la contestazione del ’68 descritta da canzoni simbolo come Volare di Modugno e Imagine di Lennon, ma anche da canzoni-racconto sulla guerra del Vietnam (Il ragazzo della via Gluck) e sulle proteste operaie (Contessa).
Scorrono intanto le immagini di grandi classici della pittura, tra cui Goya, Picasso, Delacroix, e scene tratte da film rappresentativi del XXI secolo, da Novecento a Salvate il soldato Ryan, da Schlinder’s List a 2001 Odissea nello spazio.
I due video che proponiamo ben esprimono, con luci e ombre, ingenuità e approfondimenti, il percorso compiuto da allievi e docenti.

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