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Valorizzare la Plaja, interessa ancora a qualcuno?

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Lidi Plaja, Lidi PlaiaQuel centinaio di metri di pista ciclabile, paradossalmente non collegata al porto (e quindi alla città) proprio in un tratto dove lo spazio è abbondante e dove alto è il rischio di essere travolti dalle auto. La strozzatura all’inizio del viale Kennedy, proprio dove era necessario un maggior numero di corsie per far defluire le auto. La costruzione di strutture alberghiere che restano isolate e lontane dal centro. L’impossibilità di vedere il mare perchè permangono le recinzioni dei lidi senza soluzione di continuità.
Sono solo alcuni indizi che fanno pensare a un fallimento, almeno parziale, del Patto territoriale Catania Sud del 2000 su cui l’allora (e attuale) sindaco Enzo Bianco tanto si è speso. Oggi si direbbe: “ci ha messo la faccia”.
Un progetto che avrebbe dovuto rendere fruibile a tutta la popolazione il lungo litorale (circa 5 km) di costa sabbiosa, da decenni quasi interamente dato in concessione a ditte private, istituti religiosi ed enti di dopolavoro pubblici (carabinieri, polizia, ferrovie, guardia di finanza, polizia penitenziaria, università, ecc.).
A beneficiarne sono quindi circa 10.000 famiglie, quelle che prendono in affitto le cabine, mentre la restante popolazione dell’hinterland catanese, oltre il 90%, può disporre solo delle 3 spiagge libere, mai pronte ad inizio stagione e sempre deficitarie di servizi, la cui estensione è inferiore al 10% della costa. E’ possibile utilizzare anche alcuni varchi pedonali, quasi tutti, però, difficilmente individuabili e non agevolmente percorribili perché lasciati all’incuria.
Proviamo a capire le ragioni di quanto accaduto conversando con l’architetto Pino Spinello, progettista del consorzio dei lidi.
Il Patto territoriale, ci dice, è stato uno strumento economico finanziario che doveva consentire, attraverso la concertazione, di regolare il godimento di quella zona, sulla base di un progetto, di analisi e proposte.
L’obiettivo era la trasformazione del litorale e la destagionalizzazione ma, dopo i primi interventi che hanno interessato soprattutto la viabilità della prima parte del lungomare,  quando si sarebbe dovuto procedere alla sua completa realizzazione l’amministrazione comunale è cambiata e sono cambiate soprattutto le priorità: rotonde, traffico, ripavimentazione di piazza Duomo, ecc.
Cosa si è realizzato di quel Patto? La decementificazione dei lidi dati in concessione ai privati, mantenendo non oltre il 20% delle strutture in cemento (in prevalenza bagni e bar). Siamo però sicuri che, in questi 14 anni, le strutture in cemento dei lidi ‘privati’ siano rimaste al 20% e non siano avvenuti degli interventi di ripristino?
Questa demolizione delle opere fisse, inoltre, ha interessato solo i lidi dati in concessione ai privati (circa 26) e avrebbero dovuto garantire uno sviluppo dell’occupazione. Essa non ha potuto riguardare, invece, gli enti no profit, gli istituti religiosi e il camping, che non avevano titolo a partecipare ai bandi, per cui le loro strutture potevano essere mantenute (secondo lo strumento urbanistico) nella loro funzione sociale.
La conseguenza di questa diversità è visibile quando si passeggia lungo la battigia della Plaja e ci si imbatte in costruzioni obsolete, quando non cadenti, che arrivano quasi a lambire l’acqua, senza che l’Ente pubblico faccia decadere la concessione per incuria e cattiva gestione.
A questo proposito, è apparsa di recente sul giornale locale – La Sicilia del 28 maggio 2014 – la notizia di un intervento dell’UDEMA (Ufficio del Demanio Marittimo Regionale) volto ad una demolizione – in ragione del Patto territoriale del 2000 – relativa all’ex colonia Maria Ausiliatrice, data in concessione all’Hotel Parco degli Aragonesi.
E’ lecito chiedersi come mai e a che titolo una ex colonia marina è data in concessione ad un albergo? Si è forse in presenza di una sub concessione o di un cambio d’uso della concessione in atto? E perché si fa riferimento al Patto territoriale del 2000 per la demolizione di opere in cemento presenti non in spiagge date in concessione a privati, bensì in ex colonie? E ancora, perché l’opera di demolizione sembra essere a carico dell’ente pubblico?
Tornando ai progetti del Patto territoriale, cosa invece – nonostante fosse previsto – non è stato realizzato?
Non si è realizzato lo spostamento del posteggio auto al di là della carreggiata del Viale Kennedy.
Continua a non essere possibile vedere il mare e goderne, come il progetto prevedeva, mediante aree attrezzate ad isola e varchi liberi fino alla riva.
A parere dell’architetto Spinello il progetto del patto territoriale si è arenato non solo perché non c’era più l’input politico, ma soprattutto perché l’utenza della zona – quasi esclusivamente indigena – continua a essere solo stagionale e a richiedere le cabine.
Molti ritengono, inoltre, che un utilizzo libero da parte del pubblico potrebbe determinare un peggioramento delle condizioni generali delle poche strutture esistenti, soprattutto per quanto riguarda la pulizia e il loro controllo.
Ma, a questo punto, il pallino torna in mano all’attuale amministrazione comunale, con a capo lo stesso sindaco che avviò il Patto territoriale: non ritiene necessario riprendere in mano questo progetto, per correggerlo, integrarlo e portarlo a compimento in modo da renderlo coerente con l’originaria intenzione di salvaguardare il bene pubblico della Plaja e metterlo realmente a disposizione di tutti i cittadini?

4 Comments

  1. Questo post e’interessante e provocatorio.
    Non sapevano che i lidi sono nati come un fenomeno di concessione. Sono sicura che c’erano prima che ero nata. Percio’ e’ stato interessante leggere questo articolo.
    Non ho capito dall’articolo che cosa rappresenta il 20%. Il 20% di stutture in cemento rispetto a tutta l’area in concessione o qualche altro parametro? sarebbe interessante saperlo.
    Per il fatto che il litorale playa non sia stato completato come era annunciato, nessuno e’ scioccato. E’ la storia di questa citta’ e delle cattive decisione della maggioranza dei politici Catanesi che non guardano al futuro lungo durata ma cercato sempre soluzioni immediate tipo “c’e’ crisi che cosa facciamo? allora costruiamo un’altro cento commerciale o distruggiamo la piazza piu’ amata di Catania e costruiamo un parcheggio!!!”
    Nei paesi anglosassoni, se qualcuno non rispetta le regole ci sono delle multe salate. Per la playa ci vorrebbe un sindaco come Rudy Giuliani, qualcuno con la mano forte che punisca quelli che vanno contro le regole. Tipo se i lidi non rispettano il 20% delle strutture di cemento, multa!!
    Le spiaggie libere scusate ma sono un cesso. Una buona parte delle famiglie che ci vanno sono delle locuste che lasciano distruzione dove passano. Forse e’ meglio che sono limitate a tre spiaggie. Prima che si pensi ad aprire il resto del litoralle della playa ci vorrebbe qualcuno che insegnasse a questi criminali ecologici ad essere rispettosi dell’ambiente. Come dicono gli Yanks “money talk, bullshit talks”, l’unico deterrente per queste persone sarebbe delle multe salate.
    Ma c’e’ qualcuno capace di essere il Rudy Giuliani di Catania? Non in questo momento…..finquando non c’e’ qualcuno in potere con il polso forte, che guarda al futuro, pensa a causa e effetto, ed abbia etica…. Catania continuera’ nel suo percorso di decadenza!

  2. Lunedì il piccolo Bianco ha organizzato un convegno ( i soliti convegni vengono organizzati per allontanare sospetti e responsabilità) nel cortile Platamone per discutere su corruzione e prevenzione. Ci saranno i nomi di tutti i responsabili del mancato controllo sulle opere e sugli interventi che hanno reso Catania così degradata. A questi signorotti consiglierei di leggere la pagina dei lettori della Sicilia e poi dimostrare se sono intervenuti tutte le volte in cui è stato denunciato un abuso edilizio sul territorio. Questi signori che adesso vengono a discettare mi devono spiegare cosa hanno fatto in tanti anni di disordine territoriale. Gli Uffici della Capitaneria di Porto e gli UDEMA sono i principali responsabili delle ignobili violazioni delle leggi urbanistiche sulle aree costiere. Hanno regalato usi e abusi a privati indegni.Lunedì voglio partecipare a questo strano consesso e voglio chiedere conto e ragione delle tante omissioni.

  3. Il problema del declino e del saccheggio di Catania e’ che le persone che la hanno governata non hanno etica e senso di quello che e’ giusto. Le decisioni sono fatte senza pensare agli effetti sulla popolazione. La cultura dei politici e’ basata sui favoritismi “se tu mi fai un favore a me io tio faccio un favore a te”. Non’c’e amore delle regole, e ordine e i politici hanno creato una popolazione che molto vicina a essere ingovernabile.
    Avendo vissuto per molti anni in Canada, Stati Uniti, Nuova Zelanda (e conoscendo l’Australia bene), vi posso assicurare che questi fatti non succedono e non succederebbero in un milione di anni. Qui c’e’ “zero tolerance” per gli abusi. Una piccola e singola violazione e i politici sono svergognati e cacciati dagli uffici pubblici.
    Quello che ho notato e che a Catania ci vuole qualcuno che sia incorruttibile, che guardi al futuro (e non cerchi di risolvere un problema creando 200 volte piu’ problemi), che inizi a governari Catanesi dalle piccole cose (multe per non mettere la cintura di sicurezza, per non avere un seggiolino per i bambibi piccoli, per gettare rifiuti a terra).
    I Catanesi non hanno bisogno di “convegni” per parlare di tutti i crimini che i politi hanno compiuto contro Catania. Si sa, lo si vede ogni giorno.
    Hanno bisogno di sapere che cosa si sta facendo per correggere gli errori. Il sindaco Bianco potrebbe iniziare con il lungomare facendo smantellare le strutture pericolose e fatiscenti che non appartengono in un luogo dove le famigle vanno a svagare. Questo sarebbe un inizio…..

  4. Ho assistito al convegno nel cortile Platamone e sono rimasta disgustata. Solo battimani e promesse inutili perchè gli uffici pubblici lavorano per fare distruggere la città. Sono tutti consapevoli degli scempi compiuti ma nessuno interviene per tempo per evitare il disastro. Piazza Europa è l’esempio vivente della distruzione di una zona destinata al godimento della collettività.La signora Lorena Virlinzi fa pena perchè con i soldi che ha non è stata capace di avere consigli onesti e giusti. I professori ed i giuristi che affollano le procure dovrebbero intervenire per fare demolire le mostruosità eseguite sugli spazi pubblici. E vi pare niente lo scempio di piazza Abramo Lincoln? Bisogna togliere la laurea al tecnico che dietro compenso di CG ha realizzato i coni di cemento attorno agli alberi ponendovi delle lucette che a sera danno fastidio agli automobilisti.In questi casi bisogna evitare di frequentare questi posti e provocare il fallimento di tutte quelle iniziative che rappresentano una specie di simonia dei beni pubblici. Esternando il disprezzo questa gente andrà via dai luoghi pubblici.

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