/

Lido Tribeach/Molido, l'esposto di Argo ed altre associazioni

5 mins read

lido Molido ex TribeachC’era una volta il Lido Tribeach. Adesso si chiama Molido, ha cambiato proprietario, ma è sempre lì, su uno dei pochi tratti accessibili della Scogliera (subito dopo piazza Tricolore), ormai sottratto alla fruizione dei catanesi, recintato e modificato per fare della bellezza di quel tratto di costa l’oggetto di una speculazione privata.
Vero è che parte di quel terreno apparteneva già ad un privato ma, sorgendo in area vincolata, nessuna attività poteva essere avviata senza pareri positivi e autorizzazioni di Soprintendenza, Demanio, Comune, che -in un gioco di rimpalli di responsabilità e con interventi non sempre limpidi- hanno finito per lasciare che nascesse e che permanesse una struttura che doveva essere quanto meno stagionale e rimovibile.
L’area privata, già appartenente alla società Buy2Buid, è stata acquistata nell’agosto del 2014 da Giuseppe Molino, amministratore della neo-costituita G.A. Costruzioni srl. I nuovi proprietari si sono preoccupati di ripristinare porte e recinzione e di far custodire la struttura, lasciata per mesi in stato di abbandono.
Tribeach - impianti sotto il tavolatoAdesso hanno avuto in via ufficiale la conferma di essere subentrati al vecchio proprietario nella concessione demaniale che, comunque, aveva carattere stagionale e non autorizza la presenza stabile di questa ‘barriera’ tra i cittadini e la costa.
Argo ha seguito con attenzione sin dall’inizio la storia di questa ‘appropriazione’ di un bene comune di grande valore naturalistico e paesaggistico e adesso, insieme ad altre associazioni già scese in campo in difesa di quel tratto di costa e del lungomare, ha deciso di chiedere conto del perdurare di questa situazione.
Nelle sue ricerche ha anche avuto notizia, dai funzionari dell’ufficio Antiabusivismo del Comune, che è pendente un ricorso al Presidente della Regione (fatto da chi? finalizzato a cosa?) del quale è stata negata la presa visione.
Pubblichiamo oggi la lettera-esposto presentata da Argo, CittaInsieme, LIPU Catania, WWF Catania, Comitato Porto del Sole, Forum Salviamo il Paesaggio, Borgo Marinaro di Ognina, inviata alle competenti autorità regionali e locali e per conoscenza alla Procura della Repubblica.

*****

Al Presidente della Regione Siciliana
All’Assessore regionale al Territorio e Ambiente
Al Demanio Marittimo
Alla Soprintendenza BB.CC.AA. di Catania
Al Sindaco del Comune di Catania
All’assessore all’Urbanistica del Comune di Catania
Alla Direzione Urbanistica del Comune di Catania
All’Ufficio Antiabusivismo del Comune di Catania,
A Vigili Urbani del Comune di Catania, sezione antiabusivismo
e p. c. al Procuratore della Repubblica di Catania

Esponiamo alle SS.VV. quanto segue:
Nella primavera 2012, la società Buy2Build inizia la realizzazione di un lido balneare, denominato Tribeach, sul lungomare di Catania, dopo piazza Tricolore in direzione di Ognina, su terreno in parte privato vincolato e in parte pubblico.
Per ottenere il parere positivo della Direzione Urbanistica, che l’anno precedente si era dichiarata contraria, la Buy2Build ha dovuto modificare il progetto introducendo esclusivamente “arredi mobili e divisori, in legno e/o alluminio, tutti non ancorati al suolo”.
L’autorizzazione (relativa all’area privata) e la concessione dell’area demaniale, ottenute a maggio 2012 da parte del Demanio, hanno comunque carattere stagionale e prevedono l’obbligo di rimozione a fine stagione.
Stagionalità e rimozione a fine della stagione sono anche condizioni poste dal Comune, oltre a quella riguardante l’altezza della recinzione, fissata a un metro e 40 e soprattutto a quella sulla necessità che la ditta richieda l’autorizzazione edilizia prima dei lavori di montaggio.
Mentre sono in corso i lavori di costruzione del lido, il 12 giugno 2012, il Comune invia alla Buy2Buid una diffida dall’esecuzione dei lavori, con triplice motivazione: ritiene inammissibile il silenzio-assenso, denuncia il carattere stabile degli impianti e osserva che non è stato indicato un direttore dei lavori.
I lavori tuttavia proseguono fino alla conclusione e un provvedimento di sospensione emesso dal Tar, in risposta al ricorso avanzato dalla ditta, permette al Lido di funzionare per tutta l’estate 2012.
Nessuna delle condizioni poste dal Comune è stata rispettata, né l’altezza della recinzione (imposta anche dalla Soprintendenza), né l’obbligo di richiesta di autorizzazione edilizia (la ditta si è limitata a presentare delle comunicazioni di inizio lavori).

A fine stagione, inoltre, non viene effettuata la rimozione imposta sia dal Comune sia dal Demanio, una rimozione che non poteva comunque riportare i luoghi “al pristino stato”, come richiesto dalla concessione, in quanto, sotto il tavolato di pavimentazione, la società ha realizzato impianti idrici, elettrici e di raccolta dei reflui di carattere permanente.
Non è stata tenuta in conto neanche un’altra condizione posta dalla Soprintendenza, il rispetto degli “esemplari di macchia mediterranea presente nell’area”, il cui valore appare in tutta evidenza nella Nota (qui di seguito allegata) presentata alle autorità competenti e alla cittadinanza da un gruppo di associazioni ambientalistiche.
Il 17 agosto 2012, in seguito alla diffida del Comune e con le stesse motivazioni, oltre che per difformità tra progetto realizzato e progetto presentato, il Demanio revoca autorizzazione e concessione. Nel marzo 2013 emette il relativo decreto di sgombero, da eseguirsi entro 10 giorni.
Lo sgombero non è stato eseguito, né dalla ditta né ‘in danno’ come prevede la normativa.
La struttura è rimasta in stato di abbandono ed è diventata oggetto di atti vandalici.
Agli scriventi risulta che, successivamente, il Demanio abbia revocato la propria revoca e sospeso l’ingiunzione di sgombero, mantenendo tuttavia l’obbligo dello smontaggio delle strutture precarie a fine stagione.
Non si comprende quindi perché il luogo sia rimasto in stato di abbandono, senza essere rimesso in funzione durante le estati 2013 e 2014, e per quale motivo sia pendente un ricorso al Presidente della Regione del quale non è stato possibile prendere visione.
Di recente la recinzione e le porte di ingresso sono state ripristinate e l’area posta sotto sorveglianza di un guardiano, ad opera della nuova società che risulta aver acquistato la porzione privata dell’area. Dopo il cambio di proprietà il Lido ha assunto una nuova denominazione, Molido.
Sulla base di quanto descritto, comprovato dai documenti allegati, si chiede di conoscere:

  • il motivo per cui lo sgombero previsto a fine stagione non sia stato eseguito dai proprietari né realizzato ‘in danno’ dal Comune,
  • in alternativa, se siano stati presi provvedimenti che autorizzino la permanenza della struttura anche nel periodo invernale,
  • in che modo si pensa di garantire ai cittadini il godimento del mare dalla sede stradale pubblica, un diritto che la Soprintendenza dovrebbe tutelare in forza del vincolo paesaggistico costiero.

Firme (in link il pdf con le firme autografe)
Argo Catania (www.argocatania.org)
CittàInsieme
LIPU Catania
WWF Catania
Comitato Cittadino ‘Porto del Sole’
Forum Nazionale ‘Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori’, sez. di Catania
Borgo marinaro di Ognina
Si allegano i seguenti documenti:
Articoli di Argo Catania:

  1. Lido Tribeach, i documenti sul contenzioso tra Comune e privati (10/07/12)
  2. Le strutture ‘temporanee’ del lido Tribeach (24/11/12)
  3. Lido Tribeach, Argo continua ad indagare (14/01/13)
  4. Lido Tribeach, decreto di sgombero senza seguito (24/04/13)
  5. Tribeach, ‘revoca della revoca’ ovvero hanno vinto i privati (09/09/13)
  6. Buy2Build e il documento scomparso (11/09/13)

Demanio Marittimo
7. Concessione
8. Autorizzazione
9. Revoca
10. Ordinanza di sgombero
Capitaneria di porto:
11. Verifica mancato sgombero
Direzione Urbanistica del Comune di Catania:
12. Parere negativo (4/5/11)
13. Richiesta ulteriore documentazione (5/7/11)
14. Parere sfavorevole (10/8/11)
15. Parere interlocutorio per carenza documentazione (2/3/12)
16. Parere favorevole (29/3/12)
17. Comunicazioni di inizio lavori (aprilemaggiogiugno 2012)
18. Diffida all’esecuzione lavori (12/6/12)
19. Parere positivo non più rintracciabile (30/10/12)
Altri documenti:
20. Relazione tecnica
21. Accertamenti di illecito edile da parte dei Vigili Urbani e relativo ricorso (luglio-agosto 2012)
22. Nota di alcune associazioni ambientaliste in difesa di flora e paesaggio (8/07/12)
Tribeach - impianti sotto il tavolato

1 Comment

  1. la verità si è che il territorio di Catania ha suscitato gli appetiti di vere e proprie bande di briganti che hanno fatto scempio di lidi, scogliere, strade e piazze. Liberare i beni comuni sarà difficile ma è l’unica strada da percorrere per creare lo spazio naturale che appartiene ai cittadin. Piazze Europa dovrà essere liberata da quelle viscere di cemento che sono state create da un’azienda interessata a fare soldi dai beni pubblici.Si rende necessaria una lotta accanita contro gliu occupatori dei beni comuni che oltre ai soldi cercano anche le pietre.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Gli ultimi articoli - Ambiente