Sicily Folk Doc, per raccontare la Sicilia nascosta

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Il crowdfunding oggi è di moda o, forse, più che altro è una necessità. E visto che di necessità si fa virtù, in mancanza di sovvenzioni, fondi pubblici, contributi a fondo più o meno perduto, si fa ricorso al crowdfunding che, sotto sotto, vuol dire soltanto raccolta di fondi con finanziamento dal basso per lo più tramite Internet, attraverso piccoli contributi di gruppi molto numerosi che condividono un medesimo interesse o un progetto comune oppure intendono sostenere un’idea innovativa.
Volete essere i produttori di alcuni documentari brevi che racconteranno alcune feste siciliane poco conosciute? Leggete quanto segue.
L’Associazione Culturale Scarti (nota per organizzare da 14 anni “Magma – mostra di cinema breve”) ha aperto la campagna di crowdfunding  per il progetto “Sicily Folk Doc“, una serie di 5 documentari brevi che raccontano spettacolari e poco conosciute feste popolari siciliane.
Già realizzato il corto sulla festa della Vara di Randazzo, “A lu cielu chianau”, presentato ai ‘Corti in cortile’ di quest’anno, che attualmente sta girando parecchi festival in Europa e ha già vinto 5 premi tra l’Italia e la Francia, tra cui una menzione speciale al Festival del Cinema di Frontiera di Marzamemi.
Due i registi, Daniele Greco e Mauro Maugeri; Giulia Iannello, la produttrice. Tutti e tre siciliani doc. Marca Trinacria le feste.
L’intento degli autori è quello di raccontare non soltanto le feste tradizionali ma anche e soprattutto il lavoro preparatorio e la comunità che sta dietro la festa.
C’è anche una finalità di ‘memoria‘, perchè questi momenti di festa sono espressione di una spiritualità e di un’identità antiche che potrebbero essere soggette a mutamenti o che rischiano addirittura di scomparire.
Nel corso del 2016 verranno riprese la festa della Madonna di Santa Maria la Scala e la festa di San Giacomo a Capizzi.
La festa di Santa Maria la Scala si svolge quasi completamente in acqua, sulle barche dei pescatori che vivono il piccolo borgo marinaro e che tornano apposta tutti insieme dai loro mesi di pesca in giro per il Mediterraneo: bambini, adulti e anziani si sfidano su delle barche a remi e su un albero della cuccagna costruito a picco sul mare del porto.
La festa di San Giacomo, che si svolge a Capizzi – un piccolo centro sui monti Nebrodi – è invece la rappresentazione perfetta di una comunità di artigiani, agricoltori e pastori e del carattere guerriero attribuito al santo. Grandi provole arricchiscono e ingombrano il fercolo portato in processione che poi viene usato come un’ariete per abbattere i muri di una vera casa: a ogni colpo corrisponde un “miraculu”.
Attraverso il sito Produzioni dal basso è possibile saperne di più e diventare finanziatori del progetto: http://linkpdb.me/9390

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