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Quattro ragazzi dentro l’Arcobaleno

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Inserire nel mercato del lavoro quattro ragazzi che hanno sbagliato. Per far sì che non lascino più il solco della legalità.
La cerimonia di chiusura di “Arcobaleno in città“, progetto di inclusione socio-lavorativa a favore di giovani con devianze comportamentali, si è svolta alcuni giorni fa nella splendida cornice del Coro di Notte dei Benedettini di Catania
Artefice dell’iniziativa la pediatra Loredana Caltabiano, presidente del Rotary Club di Catania, che ha coinvolto tutto il Distretto 2110 e persino la Rotary Foundation per raccogliere i fondi necessari a finanziare quattro borse di lavoro della durata di cinque mesi per quattro ragazzi sottoposti al regime di “messa alla prova”  secondo l’articolo 28 del Dpr 448/88.
Gli assistenti sociali dell’Ufficio Servizi Sociali Minorili di Catania hanno così selezionato Mattia, Gabriele, Andrea ed Eugenio, mentre la Soprintendenza ai Beni Culturali e il Dipartimento di Scienze Umane dell’Università hanno individuato i siti dove i giovani potevano concretamente operare al recupero di beni di interesse storico-architettonico della città, la casa-museo di Vaccarini e la biblioteca del Monastero dei Benedettini.

Alla Cooperativa Prospettiva il ruolo di guida e tutoraggio durante lo svolgimento delle attività lavorative .
La novità del progetto, come ha commentato la Direttrice dell’U.S.S.M Vincenza Speranza, è stato l’abbinamento lavoro-cultura. Si è trattato di un tirocinio formativo culturale diverso da quello artigianale dove si privilegia l’apprendimento di un mestiere.
I ragazzi hanno potuto così scoprire le vestigia del nostro passato e sviluppare il senso della bellezza. Ma anche il rispetto delle regole attraverso la quotidianità del lavoro e delle relazioni interpersonali.
Lo ha sottolineato la direttrice della Biblioteca, Rosaria Rizza, soddisfatta del lavoro dei giovani al punto da richiedere il prolungamento del tirocinio di altre quattro settimane, proprio per l’importanza dell’apporto lavorativo dato da questi giovani.
Il Rotary ha potuto soddisfare questa richiesta limitando il finanziamento solo a due ragazzi, Mattia e Gabriele.
Il procuratore della Repubblica presso il Tribunale dei minori, Caterina Ajello, ha posto l’accento sull’importanza di questo progetto. Con la messa alla prova si sospende il processo a carico del ragazzo che viene messo sotto osservazione e supportato nell’inserimento socio-culturale e nella emancipazione dai circuiti devianti.
Superata la prova, il giudice con sentenza dichiara estinto il reato e il minore viene prosciolto dai fatti addebitatigli.
Sulla opportunità di un lavoro di squadra tra istituzioni pubbliche e private, Servizi sociali, Università, Sovrintendenza, Rotary, Cooperativa, hanno convenuto tutti i partecipanti al dibattito.
Come ha ricordato il presidente del tribunale dei Minori, Maria Francesca Pricoco, le istituzioni pubbliche devono però farsi carico di operare in continuità, anche dopo la cessazione di questi tirocini.
I veri protagonisti del progetto sono stati Mattia, Gabriele, Andrea, Eugenio ai quali in quella giornata è stato consegnato un attestato di partecipazione dalla presidente del Rotary .
Dopo la cerimonia siamo andati a cercarli nel loro ambiente di lavoro presso la biblioteca dei Benedettini, per ascoltare le loro impressioni, le loro esperienze, le loro valutazioni.
Abbiamo così conosciuto Mattia e Gabriele i ragazzi che hanno potuto usufruire della proroga di altre quattro settimane di lavoro, finanziate dal Rotary.
Mattia, 19 anni, scuro di carnagione, occhi vivaci ed intelligenti, molto socievole; Gabriele, 20 anni, più timido e riservato, ma saggio.
Socializziamo subito e i ragazzi raccontano la loro esperienza lavorativa sia nella ristrutturazione degli ambienti della casa museo Vaccarini, sia nella pulitura, riordino e sistemazione della mole sconfinata di libri della Biblioteca, soprattutto quelli della Fondazione Giarrizzo e dei periodici Siculorum Gymnasium con relativi quaderni.
Di quest’ultima fatica Mattia è personalmente orgoglioso perché si è reso conto dell’importanza culturale di questo patrimonio per la memoria storica della collettività.
“Mentre spolveravo i libri ne trattenevo qualcuno per leggerlo. A me piace la lettura. E la biblioteca è un luogo rilassante dove si sta bene e in pace” ha aggiunto. E confida con semplicità che è  diventato da poco papà di un bimbo di 5 mesi .
Sia Mattia sia Gabriele frequentano rispettivamente il terzo e quarto anno della scuola serale all’Archimede di Catania e hanno fatto volontariato. Mattia presso la Croce Rossa, dove ha seguito un corso di pronto soccorso avanzato, Gabriele presso Mani Tese.
In questi cinque mesi hanno percepito una piccola retribuzione di 300 euro mensili per 4 ore settimanali.
Entrambi sono soddisfatti di questa esperienza in cui hanno incontrato belle persone, ricche di umanità, che hanno dato loro fiducia e permesso di scoprire le proprie risorse, oltre che acquisire competenze lavorative. E soprattutto “abituarsi a riflettere prima di agire”, chiosa Gabriele.
L’ideale sarebbe trovare un sostegno e delle prospettive concrete, anche dopo questa bella parentesi.
Finita la chiaccherata facciamo un giro per i locali della Biblioteca, in compagnia della vice direttrice Signorelli e del tutor Indice. Ed ecco i lunghi filari di scaffali da loro spolverati, sistemati, e il dedalo dei corridoi dentro i quali si muovono come fosse casa loro.
Prima di salutarci Mattia, da vero gentlman,  ci regala un libro, non un libro qualunque bensì il commento di Giuseppe Giarrizzo alla Guida del Monastero dei P.P.Benedettini di Catania di Francesco DiPaola Bertucci.

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