Premiate circa 105 amministrazioni comunali che in Sicilia hanno raggiunto consistenti livelli di raccolta differenziata. La premiazione si è svolta qualche mese fa a Catania e ha riguardato 23 comuni che hanno superato il 65%, 51 comuni che oltrepassano la soglia del 50%, 31 che sono stati menzionati per elevate performance mensili.
I dati sono riportati dall’Ufficio Speciale per la Raccolta Differenziata della Regione Siciliana e riguardano l’anno 2016 .
Ad essere virtuosi si sono dimostrati soprattutto piccoli comuni delle aree metropolitane di Palermo, Messina, Catania.
Assente il territorio della provincia di Enna; al di sotto del 20% le grandi città metropolitane.
Nonostante i risultati positivi di queste piccole e medie realtà, girando per le strade extraurbane dell’hinterland catanese, acese, e non solo, si trovano sacchetti di immondizia e discariche a cielo aperto.
Ci sono, quindi, molte persone che preferiscono abbandonare i rifiuti al bordo delle strade pur di non assumersi l’onere di differenziarli e metterli fuori dalla porta nel giorno indicato.
Si ripropone anche il problema cruciale della formazione dei cittadini che non sono stati evidentemente educati al rispetto dell’ambiente, che probabilmente non credono alla utilità della differenziata e forse dubitano che venga fatta davvero.
La presenza di cumuli di spazzatura maleodoranti e antiestetici lungo le strade dell’acese è testimoniata oggi da una nostra lettrice, che abita a S.Tecla, con un servizio fotografico che puoi vedere a questo link.
“Differenzia e mettili alla porta” è lo slogan adottato dall’Amministrazione comunale di questo paesino dove, da quest’anno, è stata avviata la raccolta differenziata porta a porta, che ha migliorato la qualità e vivibilità del paese.
Altrettanto non si può dire nè delle strade di collegamento con gli altri centri nè della scogliera di S. Tecla, di cui Argo ha raccontato qualche tempo fa la pulizia organizzata da un gruppo di residenti, che continua ad essere sporcata e deturpata dai vacanzieri giornalieri.
Nonostante i cartelli coloriti e sanzionatori, collocati da privati, che cercano di fermare l’orda dei cittadini sporcaccioni, il malcostume di sporcare quella che è la casa comune, persiste.
Pare sia un fatto culturale tipicamente siciliano, una forma di difesa e cura del proprio”particolare”, in barba alla collettività. Nimby, non nel mio cortile!
L’assenza di controlli e di consistenti sanzioni pecuniarie non possono che rafforzare questi comportamenti.
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