Tremila sono le notti che una giovane insegnante palestinese trascorre nelle carceri israeliane, dopo essere stata arrestata, ingiustamente accusata e condannata a otto anni di detenzione.
Quando la donna scopre di essere incinta, la direttrice del carcere cerca di convincerla ad abortire e a spiare le detenute palestinesi, ma lei si rifiuta.
Dietro le sbarre, incatenata a un letto, farà nascere il suo bambino e lotterà per farlo crescere in carcere con lei.
Una storia raccontata dalla regista libano-palestinese Mai Masri nel film “3000 notti” che sarà proiettato mercoledì prossimo, 18 aprile, presso la sala Russo della Camera del lavoro di Catania, in via Crociferi 40, alle ore 16,30.
Ispirato alle tante storie vere dei bambini nati in prigione da giovani madri costrette a sopportare condizioni detentive estremamente disagiate, il film è stato scelto da Assopace Palestina, Cgil, Libera, Osservatorio Euromediterraneo, Pax Christi, UDI in occasione della giornata internazionale dei prigionieri palestinesi che ricorre, sin dal 1975, il 17 aprile.
Un giorno di solidarietà e denuncia pubblica delle condizioni in cui vengono tenuti i prigionieri politici palestinesi nelle carceri israeliane, oggi più di 6000 uomini, donne e bambini, che si sono opposti all’occupazione illegale della loro terra.
Il film, di cui la regista Mai Masri ha detto “Per me la cosa più importante è dire la verità ed essere fedele a quelle donne le cui storie hanno dato origine a questo film”, è stato selezionato per rappresentare la Palestina al Golden Globes e la Giordania agli Oscar nel 2017.
E merita di essere visto.
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