Naufragi, muri, filo spinato, respingimenti ed espulsioni: così la “civile Europa” risponde a chi fugge da guerra e povertà. Per dire no a tutto questo sabato 16 aprile a Catania decine di organizzazioni della società civile hanno promosso una manifestazione euromediterranea, che
Conoscere il mondo arabo-islamico. Se lo propone l’Ateneo di Catania dando vita ad un laboratorio finalizzato proprio alla conoscenza di storia, culture, quadro linguistico, fedi religiose, del mondo arabo-islamico. Si snoderà nel
Argo, in lutto per le vittime del Mediterraneo, osserva oggi un giorno di silenzio
“Rivoluzioni violate. Primavera laica, voto islamista”. L’ultimo lavoro della giornalista Giuliana Sgrena è diventato occasione per discutere, a Catania, di diritti dei migranti, integrazione multiculturale e derive terroristiche. In un mondo sempre più complesso e
‘Crudele forma di razzismo istituzionale’, così Grazia Naletto, presidente di Lunaria, definisce la miopia dimostrata dai governi europei nei confronti del fenomeno migratorio in un suo contributo (‘Migrazioni, conflitti e colpevoli omissioni’) al volume miscellaneo ‘Cronache di ordinario razzismo’ (2014). Proprio sull’Europa,
Il 2015 manda definitivamente in pensione l’operazione italiana Mare Nostrum e accoglie a braccia aperte la neonata Triton, operazione europea di controllo delle frontiere esterne che rievoca il mitologico Tritone, dio greco pisciforme protettore della navigazione e agitatore di furiose tempeste. Ma,
La vita è bella e tutti abbiamo diritto di viverla, in pace. A dirlo è l’equipe della compagnia teatrale multietnica Isola Quassùd Liquid Company durante la performance “Life is beautiful – un rito di comunione in omaggio alle vittime del Mediterraneo”, una
Che la Sicilia, per la sua posizione baricentrica rispetto al Mediterraneo, sia una risorsa per le relazioni interculturali e un’opportunità per gli scambi commerciali, ce lo sentiamo ripetere in continuazione dai nostri inconcludenti politici. Chi invece lo ha capito benissimo e ne
Lo sai? (di Abubaker e Hassan, 2009) Quanti perdono la vita nel viaggio verso la speranza? Quanti perdono la vita per sete nel Sahara? Quanti perdono la vita per un secondo di terremoto? Quanti perdono la vita per il viaggio della vita?
Non è vero che i morti e dispersi del Mediterraneo sono condannati a restare senza nome. Le madri, i padri, le sorelle, i fratelli dei migranti tunisini dispersi, partiti dal loro paese “subito prima o dopo la nostra rivoluzione”, si sono rivolti