Democrazia, la grande …ricercata

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iononvotomaricerco Riceviamo, da parte del Coordinamento dei Precari della Ricerca, questo report sulla assemblea tenuta lo scorso 27 Aprile nei locali del Medialab della Facoltà di Lingue.
“Il giorno scelto dal Coordinamento Precari della Ricerca per discutere del tema “Università e democrazia” non è stato casuale, così come non lo è stata la scelta degli intervenuti alla tavola rotonda coordinata da Letizia Ferlito, mirata a garantire un dibattito tra tutte le componenti dell’università. Nel giorno in cui l’Ateneo catanese è stato chiamato alla scelta della sua massima carica, i ricercatori precari,   istituitisi in un coordinamento a ottobre, hanno deciso di discutere di un tema tanto rilevante con gli studenti del Movimento studentesco, e con i professori Granozzi (Facoltà di Lingue), Priolo (Facoltà di Scienze), Cucinotta (Facoltà di Scienze) e Caserta (Facoltà di Economia). Diversi e ampi sono stati i temi trattati, che hanno risposto alle sollecitazioni iniziali poste da due dei membri del Coordinamento, Maria Merlini, dottoranda di ricerca della Facoltà di Scienze Politiche e Antonio Las Casas, assegnista di ricerca presso la facoltà di Giurisprudenza. Sempre coerenti, però, i punti cardine intorno a cui questi temi ruotavano, ossia il problema della logica del reclutamento, reso sempre più complesso dal blocco del turn-over imposto dai tagli della recente riforma universitaria; gli aspetti legati alla valutazione della ricerca; l’autonomia e l’autogoverno degli atenei; il rapporto tra la funzione pubblica dell’università e i finanziamenti privati, così come quello tra le università e i centri d’eccellenza. Come è stato sottolineato sin dall’inizio, la volontà dei ricercatori precari non è mai stata quella di difendere lo status quo dai tagli imposti dalla nuova gestione, ma quello di analizzare le disfunzioni del sistema universitario, che vengono semmai solo aggravate dalla riforma, ad esempio con la concorrenza tra gli atenei “virtuosi” e quelli che invece non lo sono, con una valutazione di tipo prettamente aziendalistico. Il tema di cosa debba intendersi effettivamente per democrazia è stato al centro dell’intervento del prof. Luciano Granozzi: la democrazia, infatti, non è garantita dall’esistenza di un momento elettorale, ma dal dibattito pubblico che lo precede, la cui qualità, in questo caso, è stata troppo spesso scadente. Infatti, non si sono affrontati temi cruciali per l’Ateneo, come la qualità dell’offerta didattica, specie per quel che riguarda le lauree di secondo livello, oggi sacrificate; o la natura dei Dipartimenti, all’interno dei quali i ricercatori precari potrebbero efficacemente avere una presenza istituzionale; o ancora, il reale censimento del fabbisogno dell’Ateneo, che dovrebbe partire da riflessioni sulla natura, e l’età, del corpo docente, e su una programmazione del suo rinnovamento. Sulla democrazia del sistema universitario si è ampiamente soffermato anche il prof. Cucinotta, rilevando come sia essenziale mettere in crisi il modello dell’autogoverno per poter avere un reale dibattito all’interno dell’Ateneo. La struttura attuale dell’università, invece, soffoca il dibattito, non porta a confrontarsi pubblicamente, anche perché spesso si ha coscienza di una mancanza di trasparenza. Il tema della Ricerca, poi, è stato al centro dell’intervento del prof. Francesco Priolo: una ricerca per la quale oggi in Italia sono stanziati troppi pochi fondi, ma la cui funzione e importanza all’interno dell’università vanno anche ripensate, se è vero che essa troppo spesso è vista come un ingrediente essenziale per i passaggi di carriera, salvo poi poter essere considerata alla stregua di una passione privata, quasi un “hobby”, dai professori all’apice della professione. Proprio sulla ricerca, invece, dovrebbe essere basato il sistema della valutazione, facendo dipendere direttamente da una maggiore produttività in quel campo l’entità delle risorse stanziate per i diversi Atenei. Spunti molto interessanti per la discussione sono poi provenuti dall’intervento del prof. Maurizio Caserta, docente di economia politica presso la facoltà di economia di Catania. Il prof. Caserta, infatti, sottolineando la centralità della funzione pubblica dell’università ha, in maniera problematica, rilevato come, di per sé, l’assolvimento di tale funzione non sia necessariamente in contraddizione con forme di finanziamento privato. Agli interventi dei relatori è poi seguito un dibattito al quale hanno preso parte anche i rappresentanti del movimento studentesco. Il dibattito si è rivelato un primo importante momento di confronto e discussione fra le varie componenti dell’università (precari della ricerca, docenti strutturati e studenti) e ha gettato, negli intenti dichiarati dai partecipanti, le basi per l’avvio di un progetto di rinnovamento comune e condiviso.”

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