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La Sicilia è fotogenica, meglio, "cinegenica"

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Ezio Donato lo presenta come una guida che serva non a trovare luoghi ma a perdersi nell’illusione del cinema. Nell’introduzione di Sergio Gelardi, presidente di Cinesicilia, viene descritto come un libro che ci “guida tra i segni e i sogni, di celluloide e non solo, che popolano la Sicilia cinematografica e la sua storia”. Insomma la Sicilia è fotogenica, anzi, meglio, “cinegenica”. Dal risvolto di copertina lo conferma Leonardo Sciascia: “Si sono fatti, si fanno e si faranno sempre film sulla Sicilia perchè la Sicilia è cinema”.
Parliamo di “Sicilia – Guida ai luoghi del cinema” per i tipi di Cinesicilia e Giunti, di una giornalista-insegnante, Elena Brancati e di una fotografa-scrittrice, Simona Cocuzza che per l’occasione ha adottato anche il cognome della madre, Calì, premettendolo a quello paterno. E’ stato presentato qualche giorno fa a Palazzo Platamone ed è stato premiato con l’“Efebo d’oro 2010” per il miglior libro di cinema. “La Sicilia è terra di mito, arte e cultura. – nel secondo risvolto di copertina così le due autrici – E’ natura incontaminata, terra spersa nel Mediterraneo. E’ luogo d’incontro tra culture diverse, è tradizioni, è la sua gente”. Ma Elena Brancati nota anche quanto sia una terra difficile la Sicilia, contraddittoria, piena di luci accecanti e di ombre scure. Ha un obiettivo ambizioso Simona Calì Cocuzza: fotografare una Sicilia più intima, non la sua evidenza. “Credo – aggiunge infatti- di aver scoperto l’anima di questa terra”.
Il suggerimento è per dieci itinerari, dieci passeggiate attraverso luoghi e film, con qualche incursione nel mito, nell’arte e nella storia e le diversioni delle interviste a critici, studiosi, attori, addetti ai lavori, insomma. La guida non vuole essere esaustiva della produzione cinematografica, del girato in Sicilia, chè molti film mancano e altri sono stati volutamente ignorati. Linea di demarcazione temporale, quel 1948, anno di “La Terra trema”, capolavoro di Visconti fischiato a Venezia, girato ad Acitrezza, in bianco e nero e presa diretta, con le facce e il dialetto dei pescatori “trizzoti”.
Tra fughe e ritorni, prima tappa lo Stretto, confine insidioso e sfuggente tra “Continente” e isola. E poi la città di Messina e la sua provincia, Taormina, Forza d’Agrò e Savoca, set de “Il padrino” di Francis Ford Coppola. Si raggiunge Catania e Acitrezza dove, andando a ritroso negli anni, troviamo – ne abbiamo accennato – Visconti. Allora il paese era più piccolo: il porto, i faraglioni e il mare. Pochi i mezzi a disposizione del regista. Così furono i carpentieri del borgo, avvezzi a costruire barche, a creare la gru di legno per l’operatore mentre le due protagoniste, Mara e Lucia, preparavano i pasti per la troupe nel ristorante del padre. Ma Catania è anche l’Etna, il vulcano di Pasolini, de “Il Vangelo secondo Matteo”, di “Porcile”. La via Crociferi de “Il Bell’Antonio” di Bolognini. E’ anche terra di attrici di gran temperamento come Alessandra Costanzo e Donatella Finocchiaro. “La Catania-set cinematografico – come scrivono le autrici – è una storia senza fine”. Ad elencare film , luoghi, fatti e persone non finiremmo più. Spostiamoci, dunque, verso l’interno, e andiamo ad Enna e a Caltanissetta. Con Sergio Castellitto e “L’uomo delle stelle”, siamo ancora a parlare di cinema e di sogni; con “La discesa di Aclà a Floristella” scendiamo negli inferi delle miniere di zolfo.
Altro itinerario, il quinto, ci porta a Siracusa e in Val di Noto, con Sud, Malena e il festival internazionale del cinema di frontiera di Marzamemi. Siracusana è l’attrice Lucia Sardo, madre di Peppino Impastato ne “I cento passi” che spesso ha ricoperto ruoli drammatici ma della quale abbiamo apprezzato la verve comica nel film di Roberta Torre, “I baci mai dati”. “Quando siamo andati a Cinisi – racconta – non ci filava nessuno. L’unico che si è avvicinato lo ha fatto per raccomandarci di trattare bene Badalamenti”. A Ragusa e nel Ragusano vengono ambientati “Kaos” dei fratelli Taviani, Divorzio all’italiana di Germi. Nel Ragusano troviamo anche le tessere reali del mosaico del paese immaginario del commissario Montalbano. L’itinerario sette ci porta ad Agrigento, a rivedere “In nome della legge”, “Sedotta e abbandonata” di Germi e “Porte aperte” di Gianni Amelio.
Associamo Lampedusa a Valeria Golino, protagonista di “Respiro” di Emanuele Crialese. Dello stesso regista, “Nuovomondo” ovvero quando i migranti eravamo noi , stavolta girato nel Trapanese. La spiaggetta di San Vito Lo Capo è stato il set per “Stanno tutti bene” di Tornatore, del quale proprio in questi giorni vediamo il remake con Bob De Niro. E siamo a Palermo ancora con Visconti e il suo splendido “Gattopardo”.  A Portella della Ginestra con “Il bandito Giuliano” di Rosi. A Castelbuono e a Palazzo Adriano per “Nuovo cinema Paradiso” di Tornatore. Ultimo itinerario, il decimo, ci conduce alle isole, le Eolie. Un percorso che va da “Stromboli” di Roberto Rossellini e “Vulcano” con Anna Magnani, ad “Avventura” di Antonioni, fino a “Il postino” con un indimenticato Troisi e a “Caro diario” di Moretti.
Naturalmente non abbiamo citato tutti i luoghi, i film , le interviste della Guida. Ve ne abbiamo solo dato un piccolo assaggio. Per le foto, invece, per i paesaggi e i tanti fotogrammi dei film, godeteveli con questa presentazione. E se poi, comunque,  volete saperne di più consultate la guida.
Alcune foto estratte dal CD allegato al volume

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  1. […] [ARGO CATANIA] Ezio Donato lo presenta come una guida che serva non a trovare luoghi ma a perdersi nell’illusione del cinema. Nell’introduzione di Sergio Gelardi, presidente di Cinesicilia, viene descritto come un libro che ci “guida tra i segni e i sogni, di celluloide e non solo, che popolano la Sicilia cinematografica e la sua storia”. Insomma la Sicilia è fotogenica, anzi, meglio, “cinegenica”. Dal risvolto di copertina lo conferma Leonardo Sciascia: “Si sono fatti, si fanno e si faranno sempre film sulla Sicilia perchè la Sicilia è cinema”. […]

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