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Concorso Presidi, verso la Corte Costituzionale

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Continua l’odissea del Concorso a presidi, di cui ci siamo più volte occupati. L’on Siragusa, prima firmataria della legge 202, la difende sul suo blog con un intervento dal titolo quanto meno pretenzioso, “La verità dei fatti”.
La complessità della vicenda è nota e il passare del tempo non aiuta a semplificarla. E’ diventato sempre più difficile infatti rimuovere dirigenti mantenuti ormai da anni nel loro ruolo, nonostante più sentenze della magistratura avessero annullato le prove concorsuali e indicato l’obbligo della loro rinnovazione.
Con la legge 202 si è voluto di fatto stabilizzarli per “restituire serenità al sistema scolastico siciliano”. Così scrive Siragusa, che considera addirittura la legge “frutto esclusivamente del senso di responsabilità dei parlamentari”.  La motivazione addotta è la difformità con la sentenza emessa dal Consiglio di Stato su ricorsi presentati in altre regioni italiane. “Si tratta quindi di un tipico caso di decisioni difformi, emesse da parte di organi giurisdizionali di pari livello, che sostanziano una difformità di trattamento tra cittadini italiani di regioni diverse.” La legge quindi, è sempre Siragusa che scrive, nasce perchè “non è possibile ammettere sperequazioni tra cittadini concorrenti in una regione italiana e cittadini concorrenti in altra regione”.
Con questa legge le sentenze del CGA, sezione regionale del Consiglio di Stato, vengono di fatto aggirate. Appare immediatamente paradossale non solo la decisione di ignorare la sentenza del CGA sulla base di una presunta uguaglianza delle situazioni verificatesi in altre regioni italiane, ma soprattutto la pretesa di voler rispettare l’uguaglianza dei cittadini delle varie regioni, quando si nega di fatto l’uguaglianza dei cittadini concorrenti all’interno dello stesso concorso.
Ormai la battaglia è diventata soprattutto una battaglia non di principio, ma sui principi. Primi tra tutti quelli di uguaglianza e di legalità.
E’ su questo piano che si battono i ricorrenti che non hanno abbandonato il campo e che hanno deciso di ricorrere alla Corte Costituzionale.
Ecco con quali osservazioni i ricorrenti hanno contestato in modo molto documentato le affermazioni fatte dalla Siragusa:

  • la notevole differenza delle motivazioni che hanno accompagnato le sentenze del Consiglio in Sicilia e in Puglia, ragione per cui non è corretto mettere le situazioni sullo stesso piano
  • la necessità di salvaguardare l’uguaglianza di trattamento tra persone di regioni diverse non deve significare che si applichino modalità diseguali di trattamento a persone della stessa regione, come avviene con le diverse modalità di prova d’esame previste da questa legge per coloro che hanno vinto o non vinto il concorso (annullato, non dimentichiamolo)
  • le ricorrezioni (due e non tre come afferma la Siragusa) degli elaborati dei ricorrenti, effettuate dall’amministrazione in ottemperanza alle sentenze di primo e secondo grado, non sono avvenute nel rispetto delle norme di legge.
  • l’attività legislativa non dovrebbe mai mettere in discussione giudizi già emessi, mentre la legge 202 opera un sostanziale svuotamento delle sentenze
  • infine l’affermazione della parlamentare del PD secondo la quale “l’opposizione di terzi giace, senza essere stata trattata”, si scontra con l’evidenza dei fatti: tutte le opposizioni, in fase cautelare, sono state trattate dal CGA, e sono state respinte o addirittura ritirate dagli stessi avvocati. Si attende ora la loro discussione di merito: una richiesta di prelievo da parte dei dirigenti facenti funzione potrebbe accelerare questa procedura, cosa che finora non è avvenuta.

Con orgoglio e dignità gli scriventi concludono la loro lettera con una considerazione finale e una richiesta.
La riflessione finale è la seguente “La sua lettera lascia l’amaro in bocca a chi questa vicenda la conosce bene; non una parola nei confronti delle responsabilità, gravi, dell’amministrazione, né tanto meno un segnale di rispetto nei confronti di quanti in questi anni sono riusciti a fare emergere tali responsabilità, con le armi legittime messe a disposizione dei cittadini dallo stato di diritto e non con discutibili manifestazioni di piazza.”
Quanto alla richiesta, eccola. “Il TG di Mentana del 4 dicembre parlava di un accordo che avrebbe barattato la “salvaguardia” della scuola siciliana con il reclutamento regionale degli insegnanti. Questa è l’unica affermazione che le chiediamo noi di smentire. Per favore, ci dica che non è così, smentisca a chiare lettere questa notizia, che se confermata renderebbe ancora più drammaticamente profondo il solco che ci separa da questo modo di fare politica.”
Le armi adoperate dai ricorrenti sono state sempre quelle legali. Hanno dimostrato fiducia nel diritto e nella giustizia. Non sono mai scesi sul piano delle offese, delle accuse gratuite e delle insinuazioni. E questo nell’Italia attuale non è poco. Mentre appare preoccupante, e purtroppo in sintonia con molte altre situazioni verificatesi nell’ultimo periodo, che si cambi la legge o si facciano leggi apposite per sanare errori o comportamenti illegittimi. Non importa se tenuti per superficialità o per interessi secondi.
Ma i colpi di scena non sono finiti.
Le prove scritte per i presidi “promossi” si sarebbero dovute svolgere il 31 gennaio, ma il presidente del CGA ha sospeso la procedura amministrativa per l’applicazione della legge 202, accogliendo le istanze cautelari, presentate da oltre 160 ricorrenti.
Il sindacato dei dirigenti ha gridato allo scandalo di un “incredibile e mostruoso abuso di potere e invadenza di prerogative istituzionali da parte di un singolo magistrato” e ha proclamato lo stato di agitazione.
La questione non è davvero conclusa.
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