Storia di Savio ovvero come divertirsi lavorando

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In un momento in cui l’assenza di prospettive per i giovani si fa drammatica, può un ragazzo trasformare le sue passioni in un’occasione di lavoro che gli dia una certa autonomia economica? Qualcuno ci sta provando e comincia a vedere delle possibilità concrete, dopo anni di tentativi. Si chiama Savio Pagano, a Catania è nato e vissuto fino ad oggi. Il suo ultimo impegno è stata la collaborazione ad Etna Comics, ma la storia che ci ha raccontato è ricca di esperienze che vorremmo riportare.
Partiamo dalle sue passioni, l’arte e l’informatica. “Ho frequentato l’ITIS Marconi e sono un perito informatico. Sembrava questa la strada più naturale per cercare un lavoro e in questa direzione mi spingeva la famiglia. Ma io sentivo l’esigenza di coltivare l’aspetto più creativo della mia personalità e così mi sono iscritto all’Accademia di belle arti, sezione scultura”.
Neanche questa però è la sua strada, anche se gli lascia una ricca eredità. “L’ambiente dell’Accademia ti fa crescere: dai professori impari la professionalità, capisci come ci si muove e cosa bisogna fare per realizzare un progetto”.
Nel suo percorso certo non lineare Savio ha coltivato, contemporaneamente ai suoi studi “ufficiali”, un interesse, a cui si dedicava, sempre per passione, sin da ragazzino: i giochi di ruolo dal vivo, LARP (live action ruol play). Per viverli aveva iniziato a costruire armi rudimentali e costumi originali, condividendo questi momenti con alcuni coetanei che nutrivano la stessa passione.
Quando comincia a dedicarsi a questa attività, il settore é ancora poco sviluppato, soprattutto a livello locale. Ma, come afferma, “siamo noi stessi a creare gli appassionati”. E Savio contribuisce allo sviluppo del ramo fondando, a soli 17 anni, l’associazione ludica “Il mondo di Nub”.
Sono gli anni in cui il suo giro si allarga e, se la sua formazione salesiana lo induce a coinvolgere i più piccoli, i partecipanti alle iniziative da lui organizzate appartengono ad una più larga fascia di età. Si tratta di eventi in cui si simulano avventure da “vivere” in ambienti idonei, castelli o fortezze, che Savio affitta per l’occasione. C’è quindi una spesa iniziale da sostenere, ma ci sono anche le quote di iscrizione pagate dai partecipanti. Il conto alla fine torna, e rimane in cassa qualcosa.
“La preparazione dei giochi di ruolo è un esercizio molto complesso perchè richiede doti organizzative e la capacità di gestire tutti i problemi che si presentano.” In sette anni Savio organizza circa 100 eventi e, per guadagnare qualcosa di più, comincia anche a filmarli.
Sono anni di sacrifici e l’aiuto della famiglia è solo indiretto, se pur prezioso. Non deve pagare un affitto e ha sempre qualcosa da mangiare. Di questo è grato, ma non demorde dal tentativo di trovare la sua strada coniugando il divertimento con il lavoro. Nel frattempo segue un corso regionale di tecnica video e realizza occasionalmente lavori grafici.
Pur di guadagnare fa anche altri tipi di lavoro, consegna lettere e pizze, fa il postino e l’operatore termografico. Lavori precari, come quelli offerti ai giovani d’oggi. Se avesse avuto la possibilità di un posto fisso in uno di questi settori, forse la sua ricerca avrebbe subito un arresto. Ma così non è.
Continua a cercare nel campo che lo appassiona, con determinazione e tenacia. Apre anche uno studio d’arte, sperimenta effetti speciali e gira video musicali. Nel frattempo fa delle mostre e si fa conoscere.
Un’occasione importante è la collaborazione ad alcuni progetti di Electronic Art, multinazionale di film d’animazione e videogiochi. L’azienda cerca costumi per i suoi giochi ed è presente al Lucca Comics & Games. E’ una collaborazione che si ripete negli anni successivi e, contestualmente, Savio viene assunto come videomaker dall’Ente Fiera di Lucca.
Da Lucca a Catania. Savio partecipa, come direttore dell’area games e videomaker ufficiale, alla organizzazione dell’Etna Comics, lavorando per la Medea Communication, che lo assume con un contratto di tre anni. Un lavoro che gli piace, gli dà da vivere e gli permette di utilizzare le competenze che ha acquisito. Pur non avendo ancora un futuro assicurato, comincia ad avere opportunità più concrete. Ora è conosciuto nell’ambiente, lo cercano, gli propongono altre collaborazioni. “I miei lavori non sono del tutto professionali, ma piacciono ai talent scout”, ci dice.
La sua ricerca non si ferma qui. Continua nella scrittura (le storie “vissute” nei giochi di ruolo, la raccolta di riflessioni etiche), nella preparazione di scenografie e costumi per film, nella fotografia. I LARP sono ormai sullo sfondo, ha imparato molte altre cose e le modalità per “venderle”. C’è il rischio della dispersione, ma Savio è un giovane tenace e concreto. Saprà evitarlo.

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