Erasmus? no tu no

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Non tutti i corsi di laurea sono uguali. Ce ne sono alcuni che, con una battuta, si potrebbero definire “meno uguali degli altri”. Così mentre in questi giorni centinaia di ragazzi di tutte le facoltà dell’ateneo catanese stanno presentando la domanda di partecipazione al programma Erasmus, altri ne sono esclusi. Vi narriamo la storia di chi, l’Erasmus, se l’è visto negare per il corso di laurea che frequenta.
Gennaio 2011, presentazione delle domande, scelta delle destinazioni. Scorro la lista delle destinazioni: Medicina… Medicina… Medicina… Odontoiatria… Scienze Mediche, Bordeaux, un posto. Mi informo, domandando esplicitamente se c’è effettivamente la possibilità di presentare la domanda per me che sono del corso di laurea triennale “Infermieristica”. Mi viene risposto di sì, è possibile fare la domanda con la dicitura “Scienze mediche”.
La presento correttamente, indicando il numero di crediti raggiunto, gli esami sostenuti, la media riportata, supero il test di lingua francese, il mio curriculum accademico viene verificato nuovamente dalla commissione come per gli altri ragazzi della mia facoltà, (erano state rilevate delle irregolarità tra il numero di crediti previsti e il numero di crediti realmente acquisito, mi domando come sia stato possibile, ma è un altro discorso). Esce la graduatoria ad Aprile (siamo già molto in ritardo rispetto ad altri atenei che hanno concluso le assegnazioni) e si fissano gli incontri per l’accettazione della borsa di studio. Mi presento, sono a metà graduatoria, magari c’è speranza che qualcuno rinunci.
Prima dei candidati assegnatari, vengono chiamati gli studenti di Odontoiatria che risultano assenti, nessuno di loro ha presentato neanche la domanda con conseguente perdita di ben 4 borse di studio (per non parlare della quinta borsa di studio persa perché è richiesta una certificazione di lingua olandese). Poi la domanda “Allora siete tutti di medicina? Qualcuno non lo è?”. Timidamente alzo la mano e rispondo “No, io sono di Infermieristica”.
Il dialogo che ne è seguito è stato improntato alla meraviglia: come una studentessa del mio corso di laurea poteva essere giunta fino a quel punto? Secondo la responsabile delle relazioni internazionali non avrei dovuto presentare neanche la domanda in quanto il mio corso di laurea non ha stipulato alcuna convenzione con le università estere. Anzi sono stata invitata a parlare con i professori del mio corso perché le stipulassero, ma… Non ci dovrebbero pensare loro stessi?
La responsabile ha convenuto sul fatto che non bloccare la mia domanda sia stato un errore. Insistere non mi è sembrata una buona idea e ho lasciato cadere. Era la mia unica possibilità di partecipare, non è stato tenuto conto che fossi l’unica del mio c.d.l. (“purtroppo lei concorre insieme a tutta la classe”), né della sproporzione tra i miei crediti e i crediti dei ragazzi di medicina al quinto anno. Come può essere un errore cercare di partecipare? Non faccio parte dell’ateneo? Non mi pare…
E intanto mentre si discute di una possibile abolizione del valore legale della laurea creando atenei di serie A e di serie B, l’università di Catania anticipa i tempi facendo lei stessa la distinzione tra corsi di prima e seconda categoria.
Serena Sicilia

1 Comment

  1. Quando lo scorso anno Serena mi espose la dinamica dei fatti (che non conoscevo totalmente) rimasi sconcertato dalla ristrettezza di posti e di “mete”, dato che per un intero corso di laurea è prevista un’unica destinazione! L’aspetto paradossale è che, mentre vi sono studenti dell’Ateneo che, a quanto pare, non hanno nemmeno “possibilità” di scelta, per quanto limitata limitata, io e i miei colleghi della facoltà di Lettere e Filosofia abbiamo l’imbarazzo della scelta con una lista di circa 100 destinazioni differenti! E questa è solo una parte dei misteri del nostro Ateneo…

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