Sinistra Ecologia e Libertà su chiusura Riela Group, azienda confiscata alla mafia

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COMUNICATO STAMPA

 
 
 
Si è svolta oggi, sabato 19 maggio alle ore 11,00 in via Etnea angolo Prefettura, la conferenza stampa sul tema: La chiusura della Riela Group è una sconfitta dello stato nella lotta contro la mafia. Iniziativa di Sinistra Ecologia Libertà.
Alla conferenza stampa sono intervenuti Marcello Failla, responsabile territorio del circolo cittadino “Rinascita” e Giolì Vindigni, coordinatore provinciale, denunciando la grave scelta di chiudere l’attività della Riela Group, azienda di trasporto e manutenzione di veicoli, confiscata alla mafia.
“Lo scorso 30 aprile”, hanno detto Failla e Vindigni, “una delle poche aziende confiscate alla mafia della provincia di Catania, la Riela Group di Belpasso, è stata posta in liquidazione, lasciando sul lastrico 23 dipendenti.
I dipendenti dell’’azienda, confiscata dal 1999 alla famiglia mafiosa Riela, affiliata al clan Santapaola, si erano impegnati negli ultimi anni per riacquisire importanti commesse, perdute nel passato, fatturando 8 milioni di euro.
Prima di gennaio, mese dell’annuncio della sospensione delle attività in vista della messa in liquidazione, l’azienda con i suoi 200 mezzi, ha fatturato dai 130 ai 150 mila euro al mese, con picchi di 180-200 mila euro.
Tutti i 23 b della Riela Group sono sempre stati orgogliosi di lavorare per un’azienda confiscata, tanto che negli ultimi quattro mesi hanno finanziato la liquidità dell’impresa, anche rinunciando allo stipendio.
Adesso quei lavoratori, che hanno creduto nello Stato e nella legalità, sono stati mandati a casa senza retribuzione, mentre verrà pagato chi vanta crediti, in primo luogo il consorzio Se.Tra Service dei fratelli Riela: quindi i soldi saranno restituiti alla stessa “famiglia”.
Il declino della Riela Group cominciò dieci anni fa, “hanno continuato Failla e Vindigni”,quando gli ex proprietari cercarono di riappropriarsi del business di famiglia, fondando un nuovo consorzio, Se.Tra. Service, che nel giro di pochi anni, per cause ancora non chiare, è diventato il principale creditore della Riela.
Oggi l’iter verso il baratro si conclude con la decisione dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata di mettere l’azienda in liquidazione.
Il prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, ha di recente sostenuto che “nonostante gli sforzi la Riela Group non riesce a stare sul mercato”, dimenticando che, secondo quanto ribadito in tutte le sedi dalle stesse autorità giudiziarie, il settore dei trasporti in Sicilia è gestito esclusivamente dalle famiglie mafiose, e che l’intensa attività svolta dalla Riela Group in questi anni è servita a costituire un’alternativa di legalità e di trasparenza per chiunque voglia affrancarsi dal monopolio mafioso.
Noi riteniamo la chiusura di questa azienda una sconfitta dello stato, che ancora una volta si dimostra burocrate e non in grado di saper e voler gestire le imprese confiscate alla mafia. Chiudere la Riela Group significa che in questo settore dell’economia, come in tanti altri settori, comanda un altro stato, quello della mafia.
E non è vero, a nostro parere, che non esistano alternative alla chiusura della Riela Group. Sarebbe più facile lavorare alla costruzione di una filiera logistica con altre aziende confiscate in Sicilia (se un supermercato Despar è sotto sequestro perché non deve utilizzare la Riela Group per i suoi trasporti?), oppure acquisire le commesse degli enti pubblici (a partire da Polizia, Carabinieri, comuni e province ecc.) o impegnarsi perché la Consip attivi commesse trasparenti alla Riela, nell’ambito del sistema dei trasporti gestito da entità statali oppure, in ultima istanza, cercare l’ingresso di un nuovo imprenditore, valorizzando la già manifesta disponibilità di un soggetto economicamente molto forte ad entrare nella gestione della Riela.
Di recente, e dopo la decisione dell’Agenzia nazionale, la direzione della Riela Group ha ricevuto la richiesta di una commessa da 4 milioni di euro l’anno da un’azienda che distribuisce forniture per i presidi sanitari per incontinenti e diabetici, che vuole avere un supporto logistico a Catania.
Quella commessa avrebbe voluto dire almeno 40 nuove assunzioni, ma nessuno degli organi preposti ha risposto e la stessa prefettura, informata dell’offerta è rimasta in silenzio.
Per la lotta alla criminalità organizzata non bastano le conferenze ed i dibattiti antimafia.
Quando le imprese aderenti a Confindustria Sicilia, che pure si batte per la trasparenza e la legalità, non si servono delle aziende confiscate, quando queste stesse aziende non vengono inserite negli albi fornitori delle istituzioni, quando gli stessi enti preposti alla tutela dell’ordine pubblico non portano le proprie commesse ad aziende come la Riela Group, significa che lo sforzo per costruire una nuova economia ed una nuova socialità utilizzando i beni sottratti alla mafia, rimane ancora una velleitaria utopia.
Per tali ragioni “hanno detto a conclusione Failla e Vindigni,” abbiamo inviato una lettera al Ministro per gli interni, dott.sa Cancellieri, apprezzato prefetto di Catania negli anni scorsi e grande conoscitrice del nostro territorio, chiedendo un impegno per la rinascita della Riela Group, per credere ancora nell’emancipazione della nostra economia dalla mafia e per non spegnere la speranza, nel cambiamento, ancora viva nella nostra società.
per Sinistra Ecologia e Libertà
Giolì Vindigni, coordinatore provinciale
Marcello Failla, responsabile comm. Territorio
 

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