//

Per favore, non De Gennaro, quello dei fatti di Genova

4 mins read

Pubblichiamo una lettera aperta al Capo del Governo Monti firmata dall’avvocato catanese Goffredo D’Antona. E’ stata postata sulla bacheca del nostro profilo Facebook.
La pubblichiamo perché ci sembra che essa inviti tutti a riflettere sul fatto che una democrazia, per essere veramente tale, deve fare attenzione anche al suo aspetto pubblico.
La lettera prende spunto dalla recente nomina a sottosegretario agli Interni di Gianni De Gennaro della quale si chiede la revoca ricordando che, nei giorni dei tragici fatti di Genova, definiti da Amnesty International come un momento di sospensione dei diritti democratici, era lui il Capo della Polizia.
Nei diversi processi che si sono susseguiti sono state riconosciute le responsabilità di poliziotti e funzionari, e le sentenze hanno documentato che in più occasioni sono state commesse violenze inaudite e immotivate.
De Gennaro ne è sempre uscito indenne, ma, sottolinea l’avv.D’Antona, non si tratta in questo caso solo di responsabilità giuridica ma anche di responsabilità etica e di senso dello Stato, senza dimenticare che in una struttura organizzata il Capo è sempre e comunque responsabile della condotta dei propri sottoposti.
De Gennaro non sembra far buon esercizio di questi sentimenti civici, ma il Capo di un Governo che sta chiedendo agli italiani di fare tanti sacrifici, deve essere e apparire credibile per affrontare con autorevolezza i conflitti sociali che quelle richieste inevitabilmente accendono.
Ecco il testo integrale della lettera:
Caro Professore Monti, Sig. Presidente del Consiglio dei Ministri, mi chiamo Goffredo D’Antona, vivo e lavoro a Catania. 
Mi rivolgo a Lei senza alcuna autorevolezza, e senza alcuna legittimazione politica, o pubblica, se non quella di essere un semplice cittadino di questo Stato. Ho usato la S maiuscola, non per buona creanza scritturale, ma perché credo nello Stato. Credo in questo Paese (anche qui la lettera maiuscola). Credo nel senso dello Stato, credo nella Costituzione Repubblicana.
E per questo da credente della Democrazia, mi rivolgo a lei.  Le Istituzioni di una Paese per dirsi democratiche, non devo solo esserlo, devono apparire democratiche.  Vede Presidente, la Democrazia è e deve essere come l’alba al mattino con l’aria tersa e pulita.  Deve apparire in tutto il suo splendore, senza foschia e senza alcuna nuvola che la possa minimamente offuscare.
Le scrivo in merito alla nomina del Dott. De Gennaro, quale sottosegretario al Ministero degli Interni.  Mi permetta, pro domo mia, una citazione sul dott. De Gennaro, una definizione data dal Presidente della Repubblica Cossiga, nell’aula del Senato della Repubblica, durante un’interpellanza parlamentare, come Senatore a vita :  “ Scagnozzo, losco figuro, Gianni De Gennaro ha una tale bassezza morale che non mi può offendere neanche se mi sputa in faccia, (…) un uomo che è passato indenne dalla tragedia di Genova “.
Non sono frasi mie, né le posso far mie, non ho la conoscenza della storia italiana, dei suoi fatti, dei suoi protagonisti che aveva il Presidente Cossiga.  La Tragedia di Genova, caro Professore.  De Gennaro passato indenne dalla tragedia di Genova.
 Sono passati quasi 11 anni da quella tragedia. Una tragedia definita da Amnesty International “la più grande sospensione dei diritto democratici in una paese occidentale dalla fine della Seconda Guerra mondiale.”
Nomi come Diaz, Bolzaneto, le immagini dei pestaggi, della violenza inaudita e immotivata, delle forze dell’ordine, sono un onta indelebile per la nostra Democrazia.  Un’onta che la Giustizia non potrà comunque alleviare.
Le ferite che sono state aperte quel giorno non sono ancora rimarginate.  E non le rimargineranno le condanne in sede penale dei dirigenti funzionari e agenti di Polizia.  Non le rimargineranno le condanne del Ministero degli Interni ai risarcimenti dei danni per le condotte illecite poste in essere dagli appartenenti alla forze di polizia.
De Gennaro era il capo della polizia in quei giorni. Era il capo della polizia durante quella tragedia.  Era il capo di quella polizia accusata da Amnesty International di aver sospeso i di diritti democratici.  A volte caro Presidente si può essere responsabili anche senza avere una responsabilità diretta.  A volte si è responsabili di un qualcosa anche senza averne la responsabilità giuridica.
Le tante sentenze della Magistratura Italina, parlano di violenza inaudita e immotivata.  Il Governo in generale, la Polizia in particolare non seppero gestire quell’evento.  Vede Caro Presidente io penso che in un paese evoluto, in una società, in uno struttura organizzata il Capo sia sempre e comunque responsabile della condotta dei propri sottoposti. Qui non si tratta del mero chi sbaglia paga, qui si parla di responsabilità, di etica, di senso dello Stato, di fare un passo indietro.
Ho citato il presidente Cossiga, di cui non ero un estimatore, ma a Lui va riconosciuto il merito di essere stato uno dei pochi nella storia Repubblicana di questo paese, a fare un passo indietro, ad assumersi come “ vertice “ responsabilità, forse, non sue. Parlo della vicenda Moro.
Non ho dita accusatorie da puntare contro nessuno. Non ho la conoscenza dei fatti italici del presidente Cossiga e quindi non posso far mio, il di lui, il giudizio sul capo della polizia De Gennaro. La storia, forse, un giorno giudicherà quello che è accaduto a Genova, e dirà di chi sono le responsabilità politiche di quei giorni.Ma il nome del dott. De Gennaro è legato a quei fatti, a quella tragedia. Legato in maniera indissolubile. 
Sig. Presidente il Governo da Lei presieduto da chiedendo tanti sacrifici agli italiani.  I sacrifici sono duri da affrontare e la durezza comporta un conflitto sociale che si fa ogni giorno più aspro. Un buon metodo per affrontarli è far capire che le Istituzioni sono espressione della volontà popolare.
L’Italia deve essere, ma deve anche apparire come un Paese democratico, e la democrazia è un alba luminosa nell’aria tersa del mattino.  Sig. Presidente faccia che quell’alba sia veramente luminosa. Faccia sì che nessuna nuvola la offuschi.
Goffredo D’Antona
Catania, 19 giugno 2012

1 Comment

  1. Spero di avere l’onore di stringere la mano ad un mio concittadino come l’avv. Goffredo D’Antona che nel massimo rispetto delle istituzioni ha il coraggio di criticare apertamente singole responsabilità che delegittimano lo Stato.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Gli ultimi articoli - Diritti