Il debutto di Argo ai giovani

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Sono giovani, anzi giovanissimi, frequentano la scuola superiore e vogliono provare a raccontare la realtà che li circonda dal loro punto di vista, mettendo a fuoco quello che li coinvolge di più ma cercando di mantenere -o acquisire- uno sguardo critico.
Argo pensa di ospitarli con una cadenza (settimanale, quindicinale…) da definire, che sarà stabilita man mano che l’esperienza procederà, uscendo dal regno delle buone intenzioni e misurandosi con la disponibilità e la costanza di questi ragazzi.
Il gruppo di giovani redattori ha deciso di chiamarsi “Argo ai giovani” e gli articoli da esso prodotti avranno in apertura il logo di Argo, modificato in modo da rendere visibile il nome del gruppo.
Nell’ospitare il loro primo articolo, auguriamo a questi ragazzi un buon lavoro.

Uno sguardo indiscreto sulla vita degli atleti

Per chi malauguratamente se lo fosse perso o per chi non lo sapesse affatto, giorno 16 e 17 giugno al Palacatania hanno avuto luogo i campionati assoluti di Ginnastica Artistica Maschile e Femminile, un evento sportivo che si disputa ogni anno nelle più importanti sedi italiane. Questo campionato, ricco appunto di talenti, ha avuto però maggior rilievo rispetto agli altri: infatti è stata la tappa più importante in vista delle Olimpiadi 2012 di Londra.
I vincitori sono già nomi abbastanza conosciuti anche nel mondo: Vanessa Ferrari con 56.850 punti vincitrice olimpica nel 2006 e Enrico Pozzo con 85.800 punti.
Il pubblico non è affatto mancato: interessati allo sport, giornalisti, parenti dei concorrenti… ma soprattutto tantissimi adolescenti! Perché? Da circa un anno va in onda su Mtv la serie “Ginnaste Vite Parallele”, un programma che segue la vita delle ginnaste italiane, le quali dedicano anima e corpo a questa disciplina. Il programma ha già registrato due stagioni e raggiunto un’altissima percentuale di audience.
Attraverso questa serie, strutturata come un reality show, moltissimi giovani hanno cominciato a conoscere e ad apprezzare questa attività sportiva, fino a poco tempo fa meno seguita se paragonata ad altre discipline come il calcio.
Sebbene l’essere un modello da seguire, ma soprattutto l’avere una serie tv dedicata alla propria vita, possano sembrare a molti ragazzi esperienze davvero eccitanti da cogliere al volo, non dobbiamo dimenticare che, accettando questo stile di vita, gli atleti hanno dovuto rinunciare alla propria privacy. Essere seguiti senza sosta da una telecamera che non ti abbandona nemmeno quando hai bisogno di stare da solo per una gara andata male, un rimprovero dell’allenatore o anche lo stress quotidiano, non è facile da accettare.
ll programma comunque riprende in particolare gli aspetti della vita più legati alla pratica atletica e permette quindi di conoscere meglio questo sport che richiede non solo forza e velocità ma soprattutto capacità di coordinazione.
Il rischio è quello dei fare diventare queste ragazze delle dive, ma proprio il fatto di evidenziare i loro momenti di debolezza emotiva, oltre che di forza, ne fa conoscere anche l’aspetto umano.
L’altro rischio è quello di fare diventare la ginnastica artistica così appetibile per gli sponsor -e quindi così interessante dal punto di vista economico- da creare le condizioni perchè si perdano di vista i valori essenziali dello sport come il rispetto delle regole e degli avversari o la lealtà e la capacità di fare squadra. La presenza di interessi economici può, in casi estremi, favorire anche fenomeni di corruzione, come avviene già in sport molto gettonati come il calcio.
Le nostre ginnaste riescono anche a trovare un po’ di tempo per lo studio, frequentando lezioni private impartite dall’Istituto Brianteo di Meda. E per coloro che non risiedono a Milano? Per tutti i ginnasti è previsto l’alloggiamento in un hotel vicino la palestra in cui passano molte ore della loro vita. Ovviamente il tutto a spese della Federazione Ginnastica Italiana, che in questo modo dà l’opportunità a chi è meritevole di allenarsi in strutture più appropriate.
Tra queste atlete ginnaste la più amata dal pubblico è una catanese, Carlotta Ferlito.
Accolta al Palacatania come beniamina e padrona di casa, ha dato il meglio di sé: superata da Vanessa Ferrari con soli 0.900 punti di differenza si è qualificata seconda, e l’indomani nelle specialità degli attrezzi si è qualificata prima con 14.900 alla trave. Un risultato importante visto che la trave di equilibrio è uno degli attrezzi più importanti della ginnastica artistica femminile, insieme alle parallele asimmetriche.
Carlotta Ferlito ha cominciato a studiare Ginnastica Artistica a sei anni e a solo dodici anni, notata per il suo talento, è partita per Milano, ammessa al Centro Tecnico Federale. La nostra Carlotta da quel giorno dedica la sua vita, sei giorni la settimana, a questa disciplina. Certo non deve essere stato facile lasciare la propria famiglia e la propria città a questa età per studiare agonisticamente uno sport. Si sentirà Carlotta ancora catanese? Che tipo di legame ha conservato con la propria famiglia?
Altri interrogativi possono riguardare lo sviluppo psicologico ed emotivo di un’adolescente cresciuta in modo così diverso dalle sue coetanee, ma a queste domande non si può avere risposta trattandosi di aspetti molto intimi che possono sfuggire anche alla coscienza stessa di chi li vive.
Oggi, nonostante la sua giovanissima età (ha infatti solo 17 anni) la Ferlito è diventata un mito. E stata addirittura scelta come testimonial da una casa di prodotti di bellezza, la Garnier, per la quale ha girato anche uno spot televisivo. Ancora una volta ci troviamo a fare i conti con l’interesse economico di aziende che sfruttano personaggi noti per vendere i propri prodotti… Soldi e fama, gli dei del nostro tempo…
A Catania la competizione è stata disputata al Palacatania, un palazzetto dello sport sul quale ci sarebbe molto da dire. Infatti, è stato dichiarato talora inagibile e poi adoperato per eventi e gare, come questo importantissimo campionato. Che l’abbiano sistemato magicamente con uno schiocco di dita…? Ci pare improbabile che sia stato utilizzato nonostante fosse ancora inagibile, ma l’interrogativo rimane aperto e cercheremo di saperne di più.

1 Comment

  1. Sul Palacatania incombe la stessa logica predatoria della strutture pubbliche che negli anni ’90 sottrasse a Catania lo scalo portuale che aveva fatto conseguire titoli, anche mondiali, ai giovani canottieri.
    Ancora oggi una casta affaristico-politica impedisce ai giovani catanesi di formarsi con le discipline marittime e di avere anche un futuro professionale come succede in tutte le città di mare dei paesi civili.
    Lo prova a Catania l’Istituto Nautico del tutto sprovvisto del necessario scalo a mare e l’attuale uso improprio di centro commerciale privato dell’edificio portuale dello Stato ” ex Dogane” sottratto al naturale e corretto uso di Istituto Nautico.

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