Scuola, il risparmio diventa extralarge

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Come sarà la scuola nell’anno 2012-2013 si decide, per molti aspetti, in questo periodo, compreso il problema del carico di lavoro che avranno gli insegnanti. Ma procediamo con ordine.
In attesa che venga definito il quadro dei trasferimenti dei Dirigenti Scolastici (in seguito agli accorpamenti di molti istituti è diminuito il numero delle dirigenze), le decisioni più significative riguardano la formazione delle classi e la definizione degli organici dei docenti.
Rispetto alla formazione delle classi, va purtroppo rilevato che, ancora una volta, non viene rispettata la normativa, riproponendo, in sostanza, le cosiddette classi pollaio, con un numero molto alto di alunni e i conseguenti problemi relativi alla sicurezza e alla didattica.
Continua infatti a prevalere, anche per la scuola pubblica statale la logica del risparmio ad ogni costo e dei tagli, promossa dalla Gelmini e confermata da Profumo.
In particolare, nella scuola secondaria superiore di secondo grado, si teme che il Ministero sia orientato ad aumentare il carico di lavoro dei singoli insegnanti attraverso la costituzione di cattedre con orario settimanale superiore alle diciotto ore. Due le conseguenze più significative se passasse questa logica: un impegno eccessivo per ogni singolo insegnante, che inciderebbe negativamente sulla qualità della didattica; un’ulteriore contrazione dei livelli occupazionali, che colpirebbe innanzitutto il personale precario.
L’orario di lavoro è, tuttavia, fissato dal Contratto Collettivo Nazionale e non può essere modificato unilateralmente. Infatti, non solo è previsto che per tutte le discipline l’attività di insegnamento si svolge in 18 ore settimanali distribuite in non meno di cinque giornate, ma anche i Tribunali del Lavoro, chiamati a pronunciarsi sulla costituzione di cattedre di insegnamento di oltre 18 ore (soprattutto in alcune discipline, Scienze, Disegno, Storia dell’Arte) hanno condannato la pubblica amministrazione.
Per questo motivo, in tutta Italia e quindi anche a Catania, i Cobas, Comitati di Base della Scuola, stanno diffidando gli Uffici Scolastici Regionali e Provinciali dal modificare unilateralmente le regole esistenti. E stanno invitando i docenti a rifiutare ogni ora in più rispetto a quelle contrattualmente previste. A questo proposito è stato preparato un modello di reclamo, una sorta di diffida, che il Sindacato intende inviare agli Uffici Scolastici Provinciali e Regionali e  le cui argomentazioni possono servire al singolo docente per motivare il proprio rifiuto al Dirigente della propria scuola.
Infatti, è possibile, e legittimo, costituire cattedre di oltre 18 ore solo se c’è esplicito consenso da parte del docente interessato “e solo nel caso in cui residuino ore non assegnate quali spezzoni di supplenza a docenti a tempo determinato inseriti nelle graduatorie ad esaurimento provinciali”.
Da qui l’appello a tutti i lavoratori della scuola affinché non siano ’ammaliati’ dalla perversa logica dei tagli e rifiutino di fare i ‘tappabuchi. Anche perché la scuola per funzionare correttamente e sviluppare i compiti sanciti dalla Costituzione non può essere luogo di scontro e competizione, né tanto meno la qualità del lavoro può essere subordinata alla ‘spending review’ oggi di moda.

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