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Niscemi, via le antenne dal bosco

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Immaginate di attraversare un bosco, una sughereta per la precisione, del quale non si intravede la fine. All’improvviso una radura, tragico segno dell’intervento dell’uomo. Tanti terrapieni, la vegetazione sparita e, al posto degli alberi, decine e decine di tralicci, come un’enorme ragnatela: le antenne NRTF (Naval Radio Transmitter Facility ) della base militare della marina USA a Niscemi.
41 antenne che, ‘grazie’ agli accordi internazionali sottoscritti dal nostro Governo, saranno affiancate dalle enormi parabole del MUOS (Mobile User Objective System), un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza. Le strutture che dovranno sostenerle sono già state costruite, determinando un ulteriore insulto al paesaggio.
NRTF e Muos sono strumenti di guerra e di morte: servono per gestire il flusso planetario delle operazioni militari in un’epoca in cui gli aerei senza pilota (di cui Sigonella è diventata la ‘capitale mondiale’) e il sistema di sorveglianza terrestre AGS (un grande orecchio per monitorare il globo 24 ore al giorno, individuare gli obiettivi e scatenare il first stike) producono, in tutto il mondo, insostenibili danni alla popolazione civile.

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Ai danni militari si aggiunge la devastazione dell’ambiente, a Niscemi è stata violentata una riserva naturale; l’aumento, a causa degli intollerabili livelli di radiazioni, di gravissime malattie quali tumori e leucemie; i pericoli, per colpa delle continue interferenze, per il traffico aereo civile e, infine, l’ennesimo colpo all’economia locale, di fatto subordinata alle esigenze militari del ‘grande fratello’ statunitense.
La ribellione dei cittadini di Niscemi è diventata, oggi, la preoccupazione di un’intera regione, la Sicilia, da tempo trasformata in un’immensa base militare, invece di essere un ‘ponte’ per sviluppare processi di cooperazione con il sud del mondo.
A Niscemi, dal 7 al 9 settembre 2012, si è svolto un campeggio, promosso dal Coordinamento Regionale dei Comitati No MUOS, con l’obiettivo di estendere e dare maggiore incisività al movimento di protesta. Non tantissimi i partecipanti, ma originali e significative le azioni messe in campo.

In particolare, nella notte fra il 7 e l’8 settembre un centinaio di manifestanti si è recato all’ingresso della base e, in modo decisamente rumoroso, ha attirato l’attenzione dei soldati USA. Questi ultimi, superato lo stupore e, immaginiamo, il fastidio, si sono rivolti alle forze dell’ordine, che una volta arrivate, hanno identificato buona parte dei manifestanti.
Si tratta di un ‘antipasto’. Dal 29 settembre al 6 ottobre è, infatti, prevista, promossa dal Coordinamento, una settimana di mobilitazione per la smilitarizzazione della Sicilia che si concluderà con una grande manifestazione a Niscemi. Chissà se in quella occasione, come ad esempio è avvenuto in Val di Susa, la protesta sarà, nello stesso tempo, di massa e capace di accelerare il processo di rifiuto del MUOStroso sistema.

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