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Addio alle armi, ricordare la guerra per costruire la pace

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Un progetto didattico che si propone di avviare, con gli alunni, una riflessione sulla guerra a partire dalle date e dai luoghi.
Luoghi da visitare in prima persona, date da cui prendere spunto per capire meglio gli eventi e le loro implicazioni.
Parliamo del progetto “Addio alle armi”, proposto dall’Associazione Etnea Studi Storico-Filosofici di Catania, che coinvolge gli studenti di una decina di classi dei Licei Cutelli e Boggio Lera e che ha preso il via lo scorso 4 novembre, giorno in cui viene ricordata la firma dell’armistizio con l’impero austro-ungarico, a conclusione -nel 1918- del primo conflitto mondiale.
Questa data, dedicata a livello nazionale alle Forze Armate e trasformata spesso in occasione di retorica militarista, è stata scelta per iniziare il percorso di incontri e visite previste dal progetto.
Prima tappa la visita al Sacrario dei Caduti, ospitato nella chiesa di San Nicola di piazza Dante, che custodisce i resti di militari catanesi caduti nel primo e nel secondo conflitto mondiale, nella guerra per la conquista dell’impero e in quella di Spagna.
Far iniziare il percorso dei ragazzi da questo luogo non ha significato, per gli organizzatori, condividere una giornata di ‘festeggiamenti bellici’. Al contrario, la visita ha rappresentato una significativa occasione per far meditare i giovani sulla morte di oltre 10 milioni di esseri umani e sulla distruzione di intere nazioni, “l’inutile, orrenda strage” di cui parlò papa Benedetto XV, causata dallo scontro imperialistico tra le grandi potenze.
Prima della visita del Sacrario, una parte degli allievi si era recata al ‘Palazzo degli Elefanti’ dove sono presenti diverse lapidi che ricordano la ‘Grande Guerra’. Tra queste, quella dedicata al milite ignoto, “degno figlio di una stirpe prode e di una millenaria civiltà resistette inflessibile nelle trincee più contese, prodigò il suo coraggio nelle più cruente battaglie e cadde combattendo senz’altro premio sperare che la vittoria e la grandezza della Patria”. In un’altra è ricordato il tenente Agatino Malerba, primo catanese decorato al valor militare; un’altra riporta il bollettino della vittoria diramato il 4 novembre 1918 dal generale Diaz.
Presso l’auditorium dei Benedettini si è svolto poi l’incontro comune, aperto dalle relazioni di alcuni docenti (Salvo Distefano, Marina Mangiameli, Salvatore Tinè, Nino De Cristofaro), che  hanno evidenziato le contraddizioni che caratterizzavano l’Europa prima dell’inizio del primo conflitto mondiale.
Oggetto di analisi, in particolare, il significato e gli effetti della nuova espansione coloniale (imperialismo), lo scontro economico fra i grandi gruppi industriali europei, la difficile e complessa condizione femminile, lo sviluppo dei nazionalismi, di movimenti razzisti e reazionari, l’esaltazione della violenza e della guerra.
Un complesso ragionamento che dovrebbe rappresentare un monito per quanti oggi, in modo irresponsabile, agitano fantasmi bellicisti per risolvere i conflitti tra i popoli.
La Grande Guerra è stata infatti un passaggio decisivo per l’intera storia dell’umanità, se si accetta il giudizio del grande storico britannico Hobsbawm che ha definito il ‘900 “il secolo breve”, proprio perché iniziato nel 1914: un anno che cambiò tutto e trasformò radicalmente il mondo.
Il progetto “Addio alle armi” ha così preso il via. A questo primo incontro seguiranno altri approfondimenti interdisciplinari in cui, oltre alla storia, saranno coinvolte letteratura, cinema, arte, scienze, sport). E, infine, l’organizzazione di un viaggio di istruzione nei luoghi italiani del conflitto.

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