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Parcheggio Sanzio, la concessione infinita

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Non trenta, non quaranta ma addirittura 60 anni. E’ questa la durata prevista per la concessione di piazza Raffaello Sanzio all’ATI (Associazione Temporanea di Imprese) individuata a suo tempo dal Comune di Catania per progettare, costruire e gestire il parcheggio interrato di cui ci siamo già occupati.
Lo leggiamo nella convenzione, firmata il 3 giugno 2005, da noi ottenuta con richiesta di accesso agli atti e pubblicata in allegato. Da essa risulta che la abnorme durata della concessione si rende necessaria, “per garantire l’equilibrio economico-finanziario della proposizione in project-financing”.

Peccato che solo più avanti, nell’art.5 della Convenzione, si ricordi che non proprio di un project-financing si tratta, essendo previsto per quest’opera un contributo pubblico di circa 15 milioni di euro.
Proseguendo nell’analisi del documento, troviamo un’altra ‘chicca’.
Il concedente, vale a dire il Comune, si impegna ad istituire nell’area “una zona di totale interdizione alla sosta”, con rimozione forzata. Lo scopo dichiarato non è certo quello di costringere i riluttanti catanesi a servirsi del parcheggio interrato ed incrementare così gli introiti della società concessionaria, come potrebbero immaginare i mal pensanti, ma quello di assicurare (art.6) la scorrevolezza del traffico e una migliore circolazione viaria.

Per questa altruistica e nobile finalità, il concessionario si offre di controllare il traffico con proprio ‘personale ausiliario’ ricevendo in cambio un compenso pari al 30% sulle contravvenzioni elevate.
E’ previsto inoltre che, nel caso in cui il concessionario riesca a realizzare un numero di posti auto superiore ai 1.080 previsti dalla convenzione, i posti eccedenti possano essere ceduti a residenti della zona, facendo ulteriormente lievitare i guadagni delle societù  concessionarie.
I benefici immediatamente evidenti che il concessionario ricaverà sono dunque:

  • 60 anni di tariffe
  • contributo pubblico di circa 15 milioni di euro
  • vendita dei posti auto eccedenti

Ma non è tutto. Il concessionario riceve (potremmo dire in regalo) una vastissima e pregevele area in centro città e la possibilità di edificarvi un’area commerciale con il relativo parcheggio di servizio, laddove, in situazione normale, l’area avrebbe dovuto essere acquistata dall’imprenditore insieme agli spazi necessari per il parcheggio.

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Nel nostro caso abbiamo invece, in aggiunta, un contributo pubblico che -da solo- permetterebbe di costruire una bella piazza con zona parcheggio e zona verde, senza bisogno di interrare alcunchè.
Viene persino il dubbio che, considerato il contributo pubblico e la cessione della piazza, bene comune di cui i cittadini vengono espropriati senza alcun sostanziale vantaggio per la città, possano esserci elementi sufficienti per valutare l’ipotesi di danno erariale.
La convenzione originaria, risalente -come abbiamo visto- al giugno 2005, è firmata dall’indimenticabile Tuccio D’Urso, in qualità di direttore dell’Ufficio Speciale Emergenza Traffico e Sicurezza Sismica, “giusto provvedimento” del sindaco Umberto Scapagnini.
Di questa convenzione abbiamo due aggiornamenti, entrambi risalenti al 2007.
Il primo aggiornamento, (27 febbraio 2007) “si rende necessario” -leggiamo nel documento- per adeguare l’atto di convenzione già sottoscritto allo schema tipo “di cui al D.M. 14 febbraio 1990, n.41”.

Sembra quindi solo una ‘correzione’ di tipo tecnico, ma il giudice Marina Rizza, estensore della sentenza Lombardo, ci fa notare che nell’atto integrativo l’area commerciale non viene nominata, sebbene la conferma della parte non modificata della convenzione implichi il suo mantenimento all’interno del progetto.
Una astuzia, a parere di Rizza, per evitare il rischio che la esplicita citazione dell’area commerciale facesse saltare il contributo pubblico.
Il secondo atto integrativo, datato 20 aprile 2007, contiene una modifica relativa alle modalità di pagamento del contributo pubblico. Sulla base di una nota dirigenziale dell’assessorato competente, appena emessa, viene chiarito che il contributo in favore del concessionario verrà corrisposto direttamente a quest’ultimo dalla Regione, senza passare attraverso il Comune, come invece prevedevano i precedenti atti di convenzione.
Il Comune può tirare quindi un respiro di sollievo: non dovrà richiedere “apposito mutuo alla Cassa Depositi e Prestiti” e non rischierà di ricevere in ritardo la somma da erogare.
Fin qui le tre convezioni che oggi pubblichiamo, tutte ancora riguardanti l’ATI originaria, composta da ICOB, Final e Coesi, a cui D’Urso aveva aggiudicato la concessione nonostante il diverso parere della Commissione di Valutazione.
Non era ancora accaduto che Mariano Incarbone, proprietario della ICOB venisse condannato per mafia e che, dopo vari tentativi di conservare un piede nell’affare, uscisse di scena.

Della vecchia ATI era rimasta in lizza solo la Final, che -come abbiamo visto- ha poi chiesto e ottenuto di mantenere l’appalto individuando nel Consorzio Nazionale di Cooperative Produzione e Lavoro Ciro Menotti il nuovo partner.
Entrambi hanno costituito, nel 2013, la Catania parcheggi spa, attuale concessionaria per la realizzazione e gestione del parcheggio, di cui la Final di Filippo Lodetti Alliata detiene il 99 per cento.
Lodetti, ‘specializzato’ in parcheggi, soprattutto interrati, è oggi indagato per “turbata libertà di procedimento di scelta del contraente” nell’affare Expò, una accusa che pone una pesante ipoteca sulla correttezza con cui cerca di ottenere gli appalti.
I nostri amministratori ne sono a conoscenza ed è inevitabile chiedersi come si possa prospettare imminente l’inizio dei lavori per un’opera già all’origine pensata per favorire un interesse privato (e non certo un’utilità pubblica) e la cui realizzazione ci metterebbe nella mani di un imprenditore indagato che potrebbe essere costretto a lasciare interrotta l’opera a tempo indeterminato.
E’ opportuno un serio ripensamento, adesso, prima di cominciare i lavori e di rendere cruciale il problema della richiesta di indennizzi.

2 Comments

  1. Beh, certo, non sarebbe male rivedere il tutto, magari con un concorso di progettazione per individuare un progetto che inizi a dare un po’ di respiro europeo alla nostra asfittica e provincialissima amata città!
    Ma per questo ci vorrebbe una amministrazione seria, dalla mente aperta e con capacità di avere una visione del futuro.
    L’attuale amministrazione?
    Perché no, speriamo.

  2. Una domanda sorge spontanea: non è l’attuale Sindaco che si era impegnato a correggere gli errori dei suoi predecessori ? A questo punto non resta che suggerirgli di legittimare lo scriteriato aumento della durata di tale concessione tagliando, solamente il “con”. La predisposta cessione di fatto di un bene comunale sarebbe legittimata così, almeno dal punto di vista lessicale.

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