C’è un’Europa dei diritti che scende in campo, denuncia le politiche antimigranti e si schiera a fianco chi fugge da guerre e violenze.
In questi giorni centinaia di volontari si trovano presso il campo di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, dove sono bloccate circa 12.000 persone che cercano di salvarsi da gravi situazioni di crisi. E dove, secondo le organizzazioni umanitarie presenti, “manca tutto”.
Tra questi volontari c’è Franco Vertillo, attivista ‘storico’ dei Cobas Scuola Catania. Parteciperà anche lui alla
marcia promossa dal Progetto Melting Pot, che ha come obiettivo principale quello di supportare i migranti bloccati in Grecia e di denunciare l’attuazione del piano anti migranti dell’Unione Europea.
Una denuncia ancora più significativa dopo il vergognoso accordo tra l’Unione e la Turchia, che ha sancito l’impossibilità di richiedere asilo in Europa per tutti i migranti che entreranno attraverso il mar Egeo.
Come si legge nel comunicato dei promotori: “L’accordo che prevede inoltre respingimenti di massa in Turchia (peraltro proibiti dalla Convenzione dei Diritti Umani) rappresenta la crisi profonda e irreversibile di una governance europea che è morta nelle acque del Mar Egeo e del Mediterraneo, sprofondata nel fango di Idomeni, imbrigliata nel filo spinato di Röszke, annegata davanti alle coste di Lesvos, demolita dalle ruspe di Calais, ferita mentre scavalcava le recinzioni di Ceuta e Melilla.
Di fronte a questa Europa che, periodicamente, si ritrova a discutere nelle stanze asettiche a Bruxelles, stringendo le mani insanguinate di dittatori senza scrupoli e operando delle scelte indecenti, c’è però la potenza e la forza di chi pratica una nuova idea di Europa”.
Una nuova idea di Europa che volontari e attivisti stanno sviluppando in tutte le zone di frontiera in difesa dei diritti umani e della libertà.
Le immagini che seguono sono dello stesso Vertillo e raccontano alcuni momenti della vita quotidiana del campo.
Leggi il manifesto del progetto overthefortress
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