/

Chi chiederà scusa alle navi umanitarie

1 min read

Le accuse mosse nel 2017 dalla Procura di Catania alle Associazioni Non Governative (ONG) presenti con le loro navi nel Mediterraneo sono “destinate inesorabilmente all’archiviazione”. Lo ha scritto Antonio Massari su Il Fatto Qutidiano dell’11 agosto.
Tutto era iniziato nel 2016 quando la Marina Militare italiana aveva sospettato di eventuali collegamenti tra ONG e scafisti. Successivamente il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, aveva dato l’avvio a indagini per verificare l’eventuale favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Era iniziato, così, un attacco contro le navi umanitarie, cavalcato da molti politici e da quella parte dell’opinione pubblica ossessionata dalla presunta invasione degli stranieri.
Di Maio, per esempio, utilizzò un rapporto Frontex per affermare che nel documento si paragonavano le navi delle ONG a “taxi del mare” al servizio delle organizzazioni criminali libiche.
Conclusioni decisamente respinte dalla portavoce dell’agenzia per il controllo delle frontiere Ue, Izabella Cooper: “Mai accusato le ONG. Salvare vite è un obbligo internazionale per chi opera in mare”.
Lo stesso Zuccaro aveva fatto dichiarazioni piuttosto impegnative quando ancora l’inchiesta, oggi in via di archiviazione, non aveva prodotto risultati significativi.
Per esempio, ai microfoni di Agorà (RAI 3), aveva detto: “A mio avviso alcune ONG potrebbero essere finanziate dai trafficanti e so di contatti. Un traffico che oggi sta fruttando quanto quello della droga. Forse la cosa potrebbe essere ancora più inquietante. Si perseguono da parte di alcune ONG finalità diverse: destabilizzare l’economia italiana per trarne dei vantaggi. Se l’informazione è corretta, questo corto circuito non si può creare salvo per effetto di persone che vogliono creare confusione”.
Ne è nato un clima da caccia alle streghe, denunciato su Il Manifesto da Luigi Manconi “Il procuratore disegna così un vero e proprio progetto criminale che potrebbe avere tra le sue finalità – alla lettera – “la destabilizzazione dell’economia italiana“. E denuncia l’esistenza di un piano capace di minacciare gli interessi italiani e la stessa sicurezza nazionale.
Ma, alla prima richiesta di verifica, quella narrazione si disgrega e si sfalda sotto una sequenza di avverbi di dubbio (forse, innanzitutto, probabilmente, quasi, eventualmente…), di tempi al condizionale e di periodi ipotetici.
Lo stesso Zuccaro dichiara di non avere “alcuna prova” e che, tuttavia, è suo dovere segnalare “il fenomeno”.
Oggi che questo castello sembra crollare, qualcuno chiederà scusa alle ONG, senza la cui presenza nel Mediterraneo l’insostenibile numero di morti sarebbe ancora più alto?

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Gli ultimi articoli - Giustizia