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Verde a Catania, "democrazia partecipata" a rischio bluff

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LIPU Catania - verde sulla apiaggiaDuemila nuovi alberi per Catania. E’ questo il progetto scelto dai cittadini che hanno risposto alla consultazione pubblica aperta dall’Amministrazione Comunale per decidere come spendere 240 mila euro.

Una legge regionale (n.5) del 2014, al comma 1 dell’articolo 6, stabilisce infatti che il 2% dei soldi che la Regione destina ai Comuni venga utilizzato per interventi di interesse comune scelti dalla cittadinanza.

Una bella idea quella della “democrazia partecipata”, sempre che una consultazione di questo tipo, una sorta di sondaggio tra quattro proposte avanzate dall’Amministrazione, possa davvero dirsi tale.

E tralasciamo di considerare i tempi stretti della consultazione (di fatto solo 10 giorni), le modalità di diffusione approssimative e via discorrendo.

Concentriamoci sui contenuti, su quello che potrebbe rappresentare una vera politica del verde per una città dominata dal cemento come la nostra.

Le reazioni più spontanee sono quelle dei cittadini che intervengono con i loro commenti sulla pagina facebook del Comune.

“Volete spiegarmi che senso hanno 2000 alberi piantati qua e là, tra l’altro senza progetto, quando il verde pubblico della città non è altro che sterpaglia?” scrive qualcuno.

LILA verde alla PlayaE altri incalzano sulla incapacità di fare manutenzione, sullo stato di abbandono in cui si trovano strade e aiuole, sugli alberi brutalmente capitozzati o tagliati “per fare spazio”, sulla irrigazione che non c’è.

Riserve sono espresse anche da Legambiente, che considera un’ottima notizia la piantumazione di nuovi alberi (tra l’altro in continuità con il progetto “100 alberi per Catania” portato avanti dall’associazione), ma avanza precise richieste.

Gli interventi devono essere fatti, innanzi tutto, “in base a un piano preciso e studiato nei dettagli”, solo così si può migliorare la vivibilità e la salubrità, oltre che l’aspetto e il decoro della città.

Bisogna poi riattivare la Consulta del Verde, un organismo già esistente che dovrebbe intervenire nelle “scelte da fare sulle nuove alberature: dove e in che spazi urbani posizionarle, come procedere, quali specie mettere a dimora, quando effettuare le piantumazioni per facilitarne l’attecchimento”

La Consulta deve essere messa “nelle condizioni di lavorare, anche allargandone la partecipazione a professionisti del settore, agronomi, esperti paesaggisti, architetti, urbanisti. Anche in ossequio al Regolamento del Verde, ormai approvato dal Consiglio Comunale e quindi strumento in vigore”.

Solo così si potrà parlare davvero di “democrazia partecipata”, nonostante i limiti, aggiungiamo noi, di Consulta e Regolamento, già denunciati dalle stesse associazioni riunite nel ‘Coordinamento Verde e Salute‘.

Anche la Lipu interviene sull’argomento chiedendo “un progetto condiviso, visibile e seguito dai cittadini”, che individui “le aree di intervento, le specie da mettere a dimora, un programma manutentivo controllato”.

Ecco, ritorna il tema della manutenzione. Un tema essenziale per evitare che i soldi vengano spesi senza che ci sia un reale beneficio per la città.

“Nell’ambito del Concorso di Democrazia Partecipata di un paio di anni fa – ricorda la Lipu – vinse il progetto di riqualificazione delle spiagge libere che prevedeva l’impianto di vegetazione dunale. Furono piantate migliaia di piante erbacee, di arbusti nelle spiagge libere”, come dimostra una foto scattata nella spiaggia libera n.1 a novembre 2018.

A distanza di un anno, come documenta un’altra foto, in quella stessa spiaggia non c’era più nessuna pianta. “Sono stati spesi 300.000 euro dei contribuenti per avere questo risultato”, scrive ancora la Lipu.

Anche il Progetto dei 2000 alberi per Catania farà la stessa fine?

2 Comments

  1. È apprezzabile che i cittadini catanesi abbiano scelto la piantumazione di 2000 alberi. Come è stato scritto è necessaria la manutenzione e la sorveglianza. Questa mattina sono stato a passeggiare al parco Gioieni. Piange il cuore vedere come gli addetti ai lavori mantengono la struttura.Fontanelle a secco e vandalizzate, cestini di rifiuti divelti,ove sono presenti pieni di spazzatura datata. Rami e foglie di piante in ogni angolo. Certamente i manufatt ivandalizzati e’colpa di quei cittadini

  2. Consola il fatto che Argo rilevi e denunci fatti di una gravità evidente. Indigna il fatto che la stampa cartacea e quelle altre on line tacciano come al solito.

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