/

Simeto, quando niente quando troppo

4 mins read

Andrebbero costantemente manutenzionati i canali che attraversano la zona industriale ed alimentano le zone umide della riserva Oasi del Simeto.

Accade invece che, dopo essere rimasti per anni in stato di abbandono, i canali vengano puliti in modo dtrastico, eliminando brutalmente la vegetazione di canneti e tifeti e causando danni importanti alla flora e alla fauna dell’Oasi, come denuncia la Lipu.

E’ quello che sta accadendo da agosto 2020, dopo dieci anni di totale inerzia, con l’inizio di lavori di pulizia che hanno messo in allarme le associazioni ambientaliste.

Eliminare la vegetazione comporta un aumento della portata e della velocità dell’acqua che stravolge gli habitat e mette a rischio la fauna dell’area protetta, che è presente anche nei canali che ad essa conducono. Fauna che è, in molti casi, anche a rischio di estinzione.

Eliminando drasticamente la vegetazione, inoltre, si annulla la sua funzione filtrante e quindi la depurazione dagli inquinanti prima dell’ingresso nell’Oasi.

Se si tenesse presente che qualunque intervento fatto nei canali che attraversano la zona industriale, coinvolge inevitabilmente la riserva, che si trova a valle di questi corsi d’acqua, si eviterebbe il ripetersi del paradosso di una Regione che, dopo aver chiesto all’Europa che l’Oasi del Simeto venisse riconosciuta Sito di Importanza Comunitaria, Zona di Protezione Speciale e via discorrendo, non ottempera ai relativi obblighi.

Dopo gli interventi di pulizia, realizzati nel 2010 senza un esauriente Studio di Incidenza Ambientale, si è arrivati persino all’avvio del meccanismo EU Pilot, che scatta per la mancata applicazione di norme europee prima di passare alla vera e propria procedura di infrazione nei confronti dello Stato Italiano (link).

Per evitare questi rischi basterebbe applicare le norme, innanzi tutto quella relativa alla Valutazione di Incidenza Ambientale, prima di ogni intervento. O quella che richiede di rispettare il principio di Invarianza Idraulica, ormai previsto anche dal Regolamento Edilizio del Comune di Catania, per mantenere costanti i volumi di flusso.

Per ridurre la portata e la velocità dell’acqua, ad esempio, servirebbero delle vasche di ‘laminazione’, invasi in cui accumulare l’acqua di piena da rilasciare poi gradualmente. Ma più in generale, sarebbe opportuno ripensare l’assetto dell’intera area, programmando interventi razionali e funzionali e realizzando opere idrauliche di compensazione, rese necessarie soprattutto dall’eccessiva edificazione ed impermeabilizzazione di un territorio già di per sé problematico.

Lipu e WWF Sicilia Orientale hanno chiesto da tempo un tavolo tecnico di concertazione, al quale si è offerta di partecipare anche l’Associazione Idrotecnica Italiana, per mettere in comune le diverse competenze e trovare le soluzioni più opportune. E’ stata coinvolta anche la Prefettura, che si è resa disponibile.

La “partecipazione del pubblico a piani, programmi e politiche in materia ambientale” è, del resto, prevista dalla Convenzione di Aarhus, firmata dalla Comunità Europea nel 1998 ed entrata in vigore nel 2001, nell’ottica che un maggior coinvolgimento dei cittadini possa migliorare la protezione dell’ambiente.

La Convenzione prevede anche diritti ed obblighi precisi in materia di accesso all’informazione in materia ambientale. Su questa base la Lipu ha richiesto agli Assessorati Regionali Territorio e Ambiente ed Infrastrutture di accedere alle informazioni ambientali riguardanti quest’area.

Leggi il Comunicato della LIPU

Il Genio Civile di Catania sta effettuando dei lavori di pulizia dei canali Bicocca, Jungetto e Buttaceto che raggiungono la Riserva del Simeto-Sito Natura 2000: La Lipu chiede la Valutazione di Incidenza Ambientale dei lavori e la istituzione di un tavolo tecnico per migliorare la convivenza della Zona Industriale con l’area protetta.

Detti canali ricadono in gran parte nella Zona Industriale di Catania, impropriamente realizzata in una depressione morfologica denominata Pantano d’Arci da cui il nome, che in passato si allagava naturalmente e che continua ad allagarsi ancora oggi.

Il Genio Civile ha in corso i lavori di pulizia della vegetazione dei canali principali di drenaggio della ZI per consentire il deflusso delle acque di pioggia, che arriveranno così con maggiore velocità e portata nella R.N.O. Oasi del Simeto e Sito Natura 2000 col rischio di danneggiare flora e fauna protette.

Considerato che l’acqua dei canali prima di arrivare nella riserva veniva rallentata dalla presenza di vegetazione che svolgeva anche una importante azione filtrante e di fitodepurazione e che detti canali ospitano una fauna molto particolare e a rischio di estinzione come il Pollo sultano e diverse specie di aironi, La Lipu ha chiesto al Genio Civile di conoscere quali precauzioni, attenzioni, compensazioni abbia seguito per rispettare tutti i valori ambientali dell’area oggetto dei lavori e cioè le specie e gli habitat protetti dalla normativa.

Ricordiamo infatti che la Riserva Naturale Oasi del Simeto risulta anche Zona di Conservazione Speciale ai sensi della Direttiva Habitat 43/92/CE e Zona di Protezione Speciale ZPS ai sensi della Direttiva Uccelli, recepite dalla Normativa italiana, e fa parte quindi dei Siti Natura 2000. Ciò prevede la redazione della Valutazione di Incidenza che va fatta anche per lavori esterni alle aree protette ma che hanno o possono avere una influenza diretta su di esse.

Alcuni anni fa abbiamo potuto osservare che gli interventi di pulizia del Canale Jungetto eseguiti dal Genio Civile hanno comportato la scomparsa all’interno del Sito Natura 2000 di Zone Umide e la rarefazione di specie protette.

Anche il Regolamento Edilizio del Comune di Catania prevede che sia rispettato il principio dell’Invarianza Idraulica per le acque di pioggia, e ciò al fine di limitare il valore di punta delle portate di piena riducendo i danni che si potrebbero produrre a valle.

La Lipu, ha reiterato la richiesta di istituzione di un tavolo di lavoro congiunto col Genio Civile e con gli altri Enti interessati, precedentemente richiesto assieme ad altre Associazioni, al fine di avviare a soluzione le problematiche idrogeologiche della Zona Industriale, in modo che ciascuno con le proprie competenze possa dare un contributo per avviare una convivenza non conflittuale fra una Zona industriale ed un’area naturale protetta quale la Foce del Simeto.

Il delegato Lipu, Giuseppe Rannisi

Jungetto - tre immagini

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Gli ultimi articoli - Ambiente