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Piazza Dante, l'Università e un quartiere da ripensare

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Un monumento eccezionale salvato dal degrado e dall’abbandono per divenire tempio del sapere chiuso in se stesso, senza alcun dialogo con il quartiere problematico che lo circonda.

A vedere così il Monastero dei Benedettini, oggi prestigiosa sede universitaria collocata a due passi dall’Antico Corso, storico quartiere di criminalità organizzata e di tifo da curva, sono Marcello Fisichella, Davide Maurizi e Cristina Ucchino, studenti universitari intenzionati a buttare una pietra nello stagno di una città ‘distratta’.

Il loro video, “Periferie nel centro. Antico Corso, Catania: che ne faremo di questa città?”, ci fa sentire le voci di alcuni protagonisti storici del recupero del monastero, di docenti che ci insegnano, di residenti del quartiere, di gestori di piccole attività locali, ma anche di ragazzini in sella alle loro bici e di un parcheggiatore abusivo che ha scelto di non apparire.

Soprattutto la questione dell’utilizzo delle strutture ospedaliere dismesse è molto sentita nella zona, anche perché le ricadute di queste chiusure sulle attività commerciali sono già visibili e preoccupanti.

A partire da interrogativi non banali su quanto, e come, l’Università abbia inciso nel tessuto sociale circostante o su cosa si prospetti nel futuro di quest’area, gli autori del video hanno cercato di cogliere le esigenze più sentite dalla gente del luogo.

Nessuna ipotesi predeterminata, da parte loro, perchè – ci dice Marcello – “l’importante è che si faccia qualcosa che sia davvero utile per la città”.

Grave il silenzio da parte dell’Amministrazione che, più volte contattata, non ha ritenuto opportuno rispondere.

Eppure non sarebbe stato di poco conto conoscere le intenzioni dei nostri amministratori sull’assetto da dare ad un’area nevralgica del nostro centro storico. A meno che il Comune non intenda rinunciare alle proprie prerogative e delegare ogni decisione alla Regione, che si è finora distinta per l’attivismo su singoli interventi senza tuttavia presentare nessuna proposta di pianificazione generale.

La speranza di Marcello, Cristina e Davide è quella di provocare una reazione e contribuire ad aprire un dibattito su un tema di grande interesse ma di cui poco e nulla si parla.

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