Jerry Masslo, fuggito dal razzismo del Sudafrica, ucciso dal razzismo italiano

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“Noi del terzo mondo stiamo contribuendo allo sviluppo del vostro paese, ma sembra che ciò non abbia alcun peso. Prima o poi qualcuno di noi verrà ammazzato ed allora ci si accorgerà che esistiamo”

Lo aveva dichiarato, in un’intervista su Rai2, Jerry Masslo due giorni prima di essere assassinato, E aveva aggiunto: “pensavo di trovare in Italia uno spazio di vita, una ventata di civiltà, un’accoglienza che mi permettesse di vivere in pace e di coltivare il sogno di un domani senza barriere né pregiudizi. Invece sono deluso. Avere la pelle nera in questo paese è un limite alla convivenza civile.”

Fu acciso, a Villa Literno, il 25 agosto 1989 da quattro giovani, poco più che adolescenti, che volevano rapinare i lavoratori africani della loro paga. Altri due braccianti vennero feriti.

Nato nel Sudafrica dell’apartheid, Masslo era riuscito, grazie alla Chiesa Battista, a studiare nelle scuole “per soli neri”. Attivista contro l’apartheid, dopo il colpo di stato del 1987 si era imbarcato clandestinamente per l’Europa, con la speranza di arrivare in Canada. Giunto in Italia si era visto negare lo status di rifugiato.

Decide, comunque, di rimanere nel nostro paese, accolto dalla Comunità di Sant’Egidio. Per raggiungere la moglie in Canada, si reca a Villa Literno dove lavora, 14 ore al giorno, nella raccolta di pomodori, guadagnando 800/1000 lire a cassetta, che avrebbero dovuto permettergli di racimolare i soldi necessari per comprare il biglietto aereo.

A Villa Literno il clima è pesante, si moltiplicano gli episodi di intolleranza. Come Masslo aveva detto in quell’intervista su Rai 2, “il razzismo c’è anche qui: è fatto di prepotenze, di soprusi, di violenze quotidiane con chi non chiede altro che solidarietà e rispetto”.

Poco dopo la sua morte gli altri braccianti bloccarono la raccolta dai campi con un primo sciopero e il 7 ottobre ebbe luogo a Roma la prima manifestazione antirazzista mai organizzata in Italia sino ad allora, con la partecipazione di oltre 200.000 persone, italiani e stranieri. Presente alla manifestazione anche Tommie (jet) Smith, che nel 1986 alle olimpiadi di Città del Messico, dopo aver vinto la gara dei 200 metri (atletica), salì, insieme a Lee Evans, sul podio olimpico senza scarpe e alzò il pugno chiuso.
Come scrive Melting Pot.”

Nel 1990, viene varato il primo intervento normativo organico sull’emigrazione, la legge Martelli, che rimosse il limite geografico al riconoscimento dello status di rifugiato. Dopo un anno venne fondato a Villa Literno il “Villaggio della Solidarietà”, una tendopoli munita di servizi per accogliere i lavoratori stagionali e nello stesso periodo nacque un’associazione a nome di Jerry Masslo, fondata da medici del posto per curare gratuitamente i lavoratori irregolari bisognosi. Uno di quei medici, Renato Natale, diventerà nel 2014 il sindaco anticamorra di Casal di Principe.

Nonostante la portata storica di un singolo atto di ribellione che ha cambiato la storia del lavoro migrante in Italia, Jerry Masslo è oggi poco ricordato. Conservarne la memoria e ricordare la sua testimonianza significa continuare a cambiare le cose.

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