Sigonella cresce, il Parlamento non lo sa

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Per i vertici statunitensi, Sigonella è il fulcro del Mediterraneo, the hub of the Med. Giornalista e ‘operatore di pace‘, Antonio Mazzeo segue sempre con attenzione l’evoluzione e i cambiamenti di una base militare, quella di Sigonella appunto, che acquista una sempre maggiore centralità negli scenari di guerra mondiali.

Ha già esercitato un ruolo determinante per i trasferimenti di uomini e mezzi verso i teatri di guerra o quale piattaforma di lancio per gli attacchi aeronavali: contro la Libia di Gheddafi negli anni ’80; in Libano nell’82; durante la prima e la seconda guerra del Golfo; per i bombardamenti alleati in Kosovo e in Serbia nel 1999 e per quelli in Afghanistan, Iraq e Siria; per le campagne USA nelle regioni sub-sahariane e in Corno d’Africa; in occasione della campagna aerea alleata contro il regime libico nel 2011; per gli innumerevoli raid in Cirenaica e Tripolitania con l’utilizzo dei famigerati droni-killer.

Di recente, per rispondere alle nuove esigenze, in particolare al Piano strategico per la mobilità aerea e fare della base siciliana un hub per la task force degli aerei cisterna USA, è sorta la necessità di allungare di 2.000 piedi la pista.

Ampliamento bloccato in seguito ad una inchiesta su un presunto atto corruttivo condotta dalla Procura della Repubblica di Catania. Un piano, questo dell’ampliamento della pista, mai discusso dal Parlamento italiano, così come non è stato discusso il progetto relativo al dislocamento dei droni di intelligence e d’attacco USA.

Non sono state nemmeno discusse con le autorità civili, locali e regionali, le ricadute che il programma avrà sul piano ambientale, “specie in termini di inquinamento dell’aria, del suolo e acustico”.

Ancora, nella primavera del 2024 entrerà in funzione a Sigonella uno dei principali centri di comunicazione delle forze armate USA, con un’ulteriore crescita del personale statunitense di stanza nella base.

Come scrive Mazzeo, la base militare ha fatto da promotore e acceleratore del processo di militarizzazione che ha investito l’intera regione e le isole minori, dalla baia Augusta per gli attracchi dei sottomarini a propulsione e capacità nucleare al MUOS di Niscemi, dallo scalo di Trapani-Birgi con gli aerei-radar AWACS e i caccia della NATO ai centri radar di Marsala e Noto-Mezzogregorio, dagli hangar scavati dentro una montagna a Pantelleria alle selve di antenne radar e per la guerra elettronica a Lampedusa.

Per chi volesse conoscere un quadro chiaro e articolato dell’esistente e dei progetti futuri: Non solo Sigonella, l’intera Sicilia è militarizzata

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