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Etta Scollo e Vincenzo Consolo, nella gioia luminosa dell'inganno

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La storia si ripete: sono andate subito esaurite le prenotazioni per “Lunaria – Nella gioia luminosa dell’inganno“, spettacolo basato sui testi dell’omonima favola teatrale scritta da Vincenzo Consolo, in scena al Centro Teatrale Universitario (CUT) mercoledì 26 gennaio.

C’era da aspettarselo in piena pandemia, ma il tutto esaurito accadde già nel 2014 per la prima di Lunaria all’Odeon, nel 2017 per “Rosa!”, omaggio di Etta Scollo in trio a Rosa Balistreri nel 90° della nascita, e prima ancora in altri concerti di Etta Scollo a Catania.

Quello odierno però ha un carattere speciale, e non solo per la sua anteprima, il Concerto al Quirinale, in onda su Radio3 domenica 16 gennaio (lo si può riascoltare a questo link).

La novità sta nell’essere l’evento conclusivo di un più ampio progetto culturale, concepito dalla stessa Etta Scollo, che ha coinvolto poeti, scrittori, artisti e amici di Vincenzo Consolo, al cui ricordo sono state dedicate tre giornate di incontri, proiezioni, performance e una mostra fotografica, al CUT e al Monastero dei Benedettini.

La realizzazione del progetto, nato nel 2009 dall’incontro di Etta con Vincenzo Consolo, ha una lunga storia, narrata prima in una sua intervista del 2014 e quindi in documentario a cura di Luca Lucchesi.
Entrambi i video sono pubblicati sul sito dell’iniziativa.

Dalla prima si apprende che l’idea, con l’invito a Etta di scrivere delle musiche per Lunaria, nacque a Vincenzo Consolo, in un incontro a Selinunte dopo un concerto di Scollo nell’Acropoli. Questo invito suscitò nella musicista lo stimolo a esplorare più a fondo le opere dello scrittore.
Inizialmente si puntava a realizzare un’operina barocca, ma passarono due anni e la salute di Vincenzo Consolo peggiorò. Questo rese più impellente per Etta l’urgenza di dare forma concreta al progetto, con le musiche che nel frattempo aveva composto.

Ne parlò con lui in vari incontri nella sua casa a Milano finché fu in vita e dopo realizzò la registrazione del CD nella stessa casa, ospite della vedova dello scrittore, Caterina, che generosamente le rese disponibili alcune registrazioni di Consolo, voce narrante di Lunaria, poi inserite nella messa in scena del 2014. Con queste ha inizio il documentario di Luca Lucchesi, che include anche alcune riprese delle registrazioni musicali a casa di Caterina.

Il progetto attuale, ben più ampio, nasce – dopo la morte di Caterina – come proposta di Etta al CUT dell’Università di Catania nel luglio 2021. L’idea piace subito e viene perfezionata e realizzata in collaborazione con Rosario Castelli, delegato del rettore alle attività culturali, Laura Vagnoni, del CUT, e l’associazione culturale MoMu (Mondo Musica).

tre Giornate dedicate a Vincenzo Consolo, sono state aperte, lunedì 24 gennaio, dall’introduzione di Rosario Castelli, a cui hanno fatto seguito gli interventi di Giuseppe Traina (Università di Catania) e Gianni Turchetta (Università di Milano), curatore della pubblicazione dell’opera completa di Vincenzo Consolo per Mondadori (2015) e della riedizione di “La Sicilia passeggiata“, un volume fotografico pubblicato nel 1990 dallo stesso Consolo, con foto di Giuseppe Leone.

Quest’ultimo, introdotto dallo scrittore e critico Enzo Papa, chiude la prima giornata con un coloratissimo “racconto per immagini“, che illustra sia il privato di Vincenzo Consolo sia il suo contesto sociale e il paesaggio siciliano, con foto edite e immagini inedite.

Due amici avolesi di Consolo, che, in loro compagnia, ebbe a definirsi “il terzo avolese”, sono stati i protagonisti della seconda giornata: Jano Burgaretta, poeta e studioso di tradizioni popolari, e Jean-Paul Manganaro (nato a Bordeaux ma cresciuto ad Avola dall’età di due anni), saggista e traduttore.

Li introduce Etta Scollo, che di Burgaretta ha messo in musica varie poesie, fra le quali “L’ala del tempo“, proposta in anteprima alla fine della prima messa in scena di Lunaria (la si può ascoltare nel primo videoclip musicale di Zammù TV, introdotta da Franco Battiato).

Burgaretta narra la sua progressiva sintonia con Consolo, il loro comune amore per la parola, che dà dignita, e la straordinaria capacità di Consolo di nominare tutti i dettagli di ogni paesaggio che attraversavano assieme.
Manganaro richiama la sfida posta dal tradurre Consolo, del quale ha già tradotto tre opere e vorrebbe tradurne altre. Ingaggia poi una vivace discussione con i presenti sull’etimologia del termine tradurre, che – nella sua visione – non ha nulla a che vedere con quella di tradire. E infine se la prende con quelli che pretendono di conoscere la Verità e la Realtà, “tutte stronzate” conclude (“e scusate il francese”, vien da dire).

Sulla figura femminile nella letteratura consoliana dialogano, nel successivo incontro, Rosalba Galvagno ed Etta Scollo.

Etta dà il via con una collezione di tratteggi di protagoniste di opere di Consolo, e mette in luce l’impegno sociale e politico dell’autore.
“Consolo indaga il suo tempo, e denuncia, inveisce e rivela, scomodo, scomoda”, dice, ne rimpiange l’impegno come giornalista e richiama le tante donne raccontate nei suoi articoli.
Rosalba Galvagno, saggista e studiosa di Consolo, elabora gli spunti di Etta dando risalto alla molteplicità di forme del femminile nell’opera dello scrittore, che abbracciano realtà e mito, donne e cose, luoghi e nomi. Richiama le connessioni con Leopardi (il sogno della caduta della luna) e la qualità della sua poetica dell’impegno. Scandaglia poi la natura poetica della scrittura di Consolo in Retablo, di cui invita Etta a leggere l’iniziale “Inno a Rosalia“. Etta lo legge, ma poi, ispirata, prende a cantarlo in una melodia improvvisata.

La giornata si conclude con la proiezione del film “Malavoglia“, del regista Pasquale Scimeca, che ricolloca la vicenda verghiana all’inizio di questo millennio e cambia carattere ai personaggi, giovani di oggi che si aiutano nelle avversità, cui reagiscono con creatività.

Nel Coro di Notte dei Benedettini si apre la terza giornata, con i saluti della direttora del Dipartimento di Studi Umanistici, Marina Paino, e una tavola rotonda a cui partecipano Pippo Traina (che funge da moderatore ma trova spazio per intervenire sugli scritti dedicati a Verga, considerato da Consolo uno dei suoi maestri, non solo di cose ma anche di lingua,), Rosalba Galvagno, Fernando Gioviale e Novella Primo.

Galvagno, dopo avere ricordato alcuni dei suoi incontri con lo scrittore a Parigi, a Capo D’Orlando e a Catania, si sofferma sulla sua scrittura ardua e composita, una scrittura storico-metaforica che per la studiosa si origina da una ferita profonda e dolorosa, come è dimostrato in La ferita dell’Aprile, Il Sorriso dell’ignoto marinaio, Retablo ecc.

A partire dal decisivo lavoro, L’isola senza licantropi, Gioviale ripercorre l’opera dell’agatese mettendone in risalto la contraddizione tra i contenuti spesso polemici di denuncia sociale e la raffinata estetica linguistica, mentre Primo riporta le citazioni e le allusioni leopardiane presenti in Lunaria, ma anche in Retablo, relative non solo ai canti lunari di Leopardi, ma anche alle Operette morali e al Saggio sopra gli errori popolari degli antichi.

Conclude la mattinata il vivace dibattito di un pubblico attento, curioso e partecipe

In serata, a conclusione della serie di eventi, l’attesa nuova edizione di “Lunaria ha deliziato i fortunati prenotati con uno spettacolo di rara bellezza, sia musicale che di interpretazione teatrale.

L’ensemble musicale, con Alessandro Sica, Fabio Tricomi e Sebastiano Scollo, includeva anche due giovani incantevoli voci, Giuseppe Sanfratello baritono e Floriana Renna soprano, scelte da una selezione locale fra studenti dell’università.

A queste si è aggiunta la superba recitazione dell’attrice Alessandra Costanzo, nel ruolo del malinconico vicerè.

Il pubblico ha ricompensato i protagonisti della splendida serata con una standing ovation e richiesta di bis, naturalmente accordato. È straordinario come gli artisti siano riusciti a realizzare tanto successo in uno spazio molto limitato. C’è da sperare che in futuro se ne possa avere una replica in un ambiente più ampio, dando così un ulteriore sviluppo al progetto e appagando il desiderio di quanti non abbiano potuto assistere alle precedenti edizioni.

Guarda il video “Lunaria”, intervista ad Etta Scollo (2014) e il teaser del documentario di Luca Lucchesi che chiude la pagina dell’agenda. unict sulle giornate dedicate a Consolo


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