Tramonti, alberature che si stagliano contro il cielo, giochi di nuvole, sullo sfondo la Città e il suo vulcano: è il porto di Catania, nelle immagini di Maria Longhitano. Un luogo di bellezza e di contatto con la natura, meta di passeggiate per persone di
Aggiunge via via nuove immagini al suo album su Catania, Alberta Dionisi. Si arricchisce così – come scrive lei stessa – la “raccolta fotografica iniziata quasi per
Continua a leggere... Alberta Dionisi, ‘diario dei miei passi’
I volti, gli oggetti, i contrasti di luce hanno talora in sé un magnetismo che ci attrae, ma se ci chiamiamo Alberta Dionisi il nostro sguardo coglie subito il “quid” che
Continua a leggere... Alberta Dionisi, dipingere con la macchina fotografica
Cinque minuti di immagini che descrivono, meglio di qualsiasi parola, alcuni scorci della Catania degli anni settanta. Fotografie sbiadite che rendono comunque un’atmosfera. Donne, uomini e soprattutto tanti bambini, spesso radunati – con secchi e bidoni – attorno ad
Continua a leggere... Catania, quando l’acqua si prendeva alla fontana
Un piccolo segnale di speranza. Così è stato percepito, nel campo profughi di Idomeni, l’intervento dei quasi 300 attivisti che hanno condiviso per un paio di giorni la situazione difficile delle migliaia di persone ferme da mesi in questo accampamento improvvisato lungo la
Un bosco suggestivo con alberi secolari e ampie radure, da percorrere esplorando le stardelle sterrate che lo attraversano. Piante e specie animali tipiche della zona degli Iblei, ma anche manufatti umani come le case rupestri del
“Una raccolta fotografica iniziata quasi per gioco due anni fa e diventata diario dei miei passi e del mio fare. E impronta dell’amore che provo per questa mia città”. Lo scrive Alberta Dionisi del proprio album “Catania ai tempi di Instagram”. Scorci di strade e monumenti, l’antico e il
Continua a leggere... Alberta Dionisi ritrae Catania su Instagram
Rovine di abitazioni rupestri, grotte, opifici, cave permettono ancora oggi di ricomporre il volto dell’antica Sortino, il borgo medievale distrutto dal terremoto del 1693. Collocato a 400 metri d’altezza sulle propaggini orientali dei monti Iblei, era protetto da una
10 km di trekking per ammirare grotte, anfratti e pini maestosi, tra cui lo Zappinazzu, un esemplare vecchio di 300 anni e alto più di 30 metri. Si percorrono su sentieri, fuori pista e sul letto del torrente Quarantore, attivo solo per un breve periodo
Continua a leggere... Sul monte Crisimo ad ammirare lo Zappinazzu
Picchi, crinali, cascate, ma anche manufatti che testimoniano la presenza dell’uomo. Tutto questo contribuisce a rendere suggestivo il paesaggio di molte località dei monti Peloritani, tra cui il