Per avere speso la sua vita “a difesa dei più deboli, degli svantaggiati, nonché per una società più giusta, libera e democratica, per le sue battaglie civili contro la mafia e per quello che insegna e ha insegnato a noi giovani”. Con
Non foss’altro, una cosa rende gradevole la visione de I ragazzi di Pippo Fava, in anteprima, solo qualche giorno fa, al Massimo Bellini di Catania e in programmazione su Rai3 il 5 gennaio: i frequenti e talora inediti interventi filmati che riprendono
Non c’era Catania, nè quella degli umili che lui tanto amava. Né tantomeno quella dei potenti. E quest’ultima lui non l’avrebbe davvero voluta. Nell’anfiteatro della scuola media Cavour, a ricordare Giambattista Scidà, a due anni dalla scomparsa, si sono ritrovati solo alcuni
Siatene certi. Se Pippo Fava dovesse scegliere un giornalista tra quelli, tanti, che hanno lavorato nei due giornali diretti da lui, Il Giornale del Sud e I siciliani, opterebbe per lui, Riccardo Orioles. Perché ancor oggi lo chiama con affettuosa deferenza, Il
E’ testardo ed è ottimista. Un inguaribile ottimista. Nonostante tutto. Lui il bicchiere si ostina a vederlo tutto pieno anche quando è vuoto del tutto. E caparbiamente persegue l’obiettivo di un giornale che sia “anche una scuola e un movimento” ma mai