C’è un’Europa dei diritti che scende in campo, denuncia le politiche antimigranti e si schiera a fianco chi fugge da guerre e violenze. In questi giorni centinaia di volontari si trovano presso il campo di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia,
In India, in Siria, nelle zone calde del mondo, ma non a Pozzallo. L’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere, che cerca di assicurare il diritto alla cura in molti teatri di guerra e in situazioni di povertà e bisogno di tutto mondo, non
Hotspot, cioè “punto caldo“. E’ la denominazione dei centri chiusi di primo approdo previsti dal piano operativo (roadmap) stilato dall’Italia per rispondere alle richieste dell’Unione Europea, che vuole che i migranti in arrivo vengano tutti identificati e non lasciati -distrattamente- allontanare verso
Un’accoglienza modello. Per essere divenuta un modello di accoglienza dei richiedenti asilo, Sutera, piccolo centro in provincia di Caltanissetta, ha avuto l’onore di un articolo sul Time di Londra, “Come un paese siciliano ha imparato ad amare i migranti”, di Lorenzo Tondo.
Un lettore ci invia questa foto e ci scrive: E’ quello che vedo passando ogni mattina davanti ad una struttura ‘caritativa’ di via Francesco Crispi, che ‘accoglie’ in un’unica stanza senza
Ogni immigrato che giunge in Europa ha diritto a chiedere protezione, tocca allo stato in cui arriva verificare, in tempi brevi, se esistono o meno le condizioni per la concessione dell’asilo e decidere di conseguenza. Per trenta uomini e una donna, provenienti
Nasce da una esperienza iniziata a Lampedusa il racconto che oggi vi presentiamo. Lo ha scritto Luisa Zappalà, giovane simpatizzante di Amnesty che si era recata sull’isola per un convegno organizzato dall’associazione. Laureata in giurisprudenza e interessata al tema dei diritti umani,
Un percorso in tre tappe che rappresentasse i momenti cruciali del cammino dei migranti: la partenza, il viaggio, l’arrivo. Lo hanno realizzato ieri, alla Plaja, coloro che -aderendo all’iniziativa nazionale della “marcia delle donne e degli uomini scalzi”- hanno voluto testimoniare o
Un altro sbarco a Catania, altri vivi da accogliere, altri morti da seppellire. Anzi no, solo morti da seppellire, perchè questa volta i migranti sono stati dirottati altrove e non c’è stato ‘bisogno’ di ammassarli in un palazzetto dello sport, come avvenuto
Piccola gioia mia, amore mio, stamani ti vesto col vestito più bello, dai colori sgargianti come piacciono a te. Piccola gioia mia, amore mio, finalmente partiamo e ci salveremo. (Vilmo Checcaglini) Il cadavere di una