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Nuovo Eurospin a Cibali, urbanistica 'creativa'

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Cosa c’è da nascondere nei lavori che si stanno facendo nel cantiere di Cibali dove si sbanca per realizzare il nuovo Eurospin?

Come si giustificano i ripetuti cartelli di divieto che spiccano sulla recinzione? Perchè vietare foto e video, senza nessun riferimento normativo che lo giustifichi?Eppure, sulla stessa recinzione, campeggia anche un’immagine del progetto in corso di realizzazione.

Come dire, ecco cosa stiamo facendo, a patto che non controlliate.

Una contraddizione certo, ma non la più importante nella realizzazione di quest’opera.

A contrastarla si sono mosse le opposizioni presenti nei consigli comunale e circoscrizionale, i difensori dei beni comuni, gli ecologisti, i residenti. Tutti in ordine sparso, però, senza trovare modi e momenti comuni per esprimere il dissenso.

Eppure l’operazione ha dei caratteri non solo ambigui, ma addirittura preoccupanti. Anche perchè non si tratta di un fatto isolato, essendo inserito in un contesto di comportamenti in cui le regole urbanistiche sembrano non avere più corso e i bisogni della collettività sono sostituti dalla protezione degli interessi di pochi.

Entriamo nel merito del caso via Sabato Martelli Castaldi.

Nel permesso per costruire, rilasciato nel giugno 2019, leggiamo che il progetto in questione rispetta “le leggi vigenti e le disposizioni del regolamento edilizio e delle norme di attuazione del PRG”, ed è conforme anche “alle prescrizioni della normativa urbanistica generale e alle prescrizioni di zona”.

renderingMa come può la previsione di un supermercato rispettare le prescrizioni di zona e le norme di attuazione del Piano regolatore se la relativa area ricade in zona L con destinazione specifica ad attrezzatura scolastica?

Ci sembra piuttosto un modo ‘creativo’ per rendere inefficaci sia le prescrizioni sia le norme di attuazione.

Il fatto che il Piano regolatore sia vecchio e i suoi vincoli all’esproprio decaduti, ha permesso, d’altra parte, fino ad ora, di procedere a colpi di variante e di interpretazioni creative, scoraggiando di fatto dal portare a conclusione una nuova pianificazione urbanistica che rischierebbe di essere più vincolante.

Ma torniamo al nostro Eurospin e ad un passaggio (pag. 5) del verbale della conferenza dei servizi dell’11 febbraio 2019, quella che dà di fatto l’ok al progetto. Vi leggiamo che “l’opportunità del privato non possa essere ulteriormente limitata nell’attesa che il PRG venga rivisitato nella definizione dei vincoli”. Via libera quindi agli interessi di un privato, scrollandosi di dosso le destinazioni urbanistiche del vecchio Piano regolatore.

Con la solita ambiguità subito dopo troviamo scritto che “la destinazione richiesta risulta ‘fungibile’ e quindi compatibile all’art 21 delle NTA (norme tecniche di attuazione), sia in termini di indici urbanistici che in termini di utilità pubblica”.

Dopo aver svalutato le indicazioni del Piano per non mortificare le opportunità di un privato, quelle stesse indicazioni vengono recuperate e considerate compatibili con il nuovo progetto.

Ma lo sono davvero?

Dopo aver ricordato che gran parte del lotto ricade in Zona L-Scuola (e in parte residua anche sede stradale e verde pubblico), la relazione tecnica fa riferimento ad una delibera di Giunta del luglio 2017, che aveva avviato una modifica della destinazione urbanistica in residenziale / commerciale.

Si trascura, tuttavia, di precisare che soltanto il consiglio comunale ha competenza esclusiva in materia di urbanistica, di conseguenza un atto di indirizzo della Giunta non ha alcuna cogenza e non può essere utilizzato per modificare le destinazioni urbanistiche previste dal PRG.

planimetriaNella stessa relazione tecnica si afferma, inoltre, che il “progetto proposto non risulta in contrasto con le previsioni del PRG, che prevedono, nelle zone L, oltre agli edifici scolastici, anche le aree mercatali”. Si tace, però, che il Piano regolatore individua una funzione specifica per ogni zona L e le aree mercatali vengono localizzate in aree ben determinate.

Nel nostro caso non abbiamo questa indicazione, come si dimostrerà allora la ‘fungibilità’ di una attrezzatura scolastica con un’area mercatale?

Sarebbe necessaria una variante urbanistica, che però non c’è. Così come manca una verifica, o modifica, delle previsioni quantitative, qualitative e localizzative delle aree destinate a servizi secondo gli standard urbanistici fissati dal D.M. 1444/68, che – seppur antiquato – è tutt’ora vigente.

Di verifica degli standard parla, nella conferenza di servizi del 31/10/17, Rosario Russo, dell’avvocatura comunale, e la pone come condizione del suo parere favorevole alla destinazione di quest’area ad un uso commerciale.

C’è da chiedersi se tale verifica sia stata fatta e come potrebbe essere stata conclusa positivamente se, nelle Direttive generali del nuovo PRG in questi giorni all’esame del consiglio comunale, si afferma che a Catania – rispetto agli attuali 300.00 abitanti – c’è un deficit complessivo di aree a servizi pari a 6,5 milioni di metri quadri ed un deficit di aree per l’istruzione dell’obbligo pari a ben 725.000 metri quadri.

Intanto le ruspe lavorano e i lavori procedono, in questo triangolo di terreno adiacente al Centro Direzionale di Cibali, area di riconosciuta importanza naturalistica e storica.

E arriviamo, in conclusione, ad una domanda cruciale: la struttura in corso di realizzazione è quello di cui la nostra città ha bisogno? A parole tutti sembrano concordi nel ritenere che di centri commerciali ne abbiamo anche troppi, eppure nella realtà i permessi per costruirne di nuovi continuano ad essere rilasciati.

Non solo colate di cemento ma anche condanne a morte per i piccoli esercenti, già in crisi. E di piccole attività commerciali nella zona di Cibali ce ne sono tante e la loro sorte potrebbe essere segnata proprio dalla nascita di questo ulteriore supermercato.

Per accedere ai documenti, difficilmente rintracciabili nel labirintico sito del Comune, ecco il link.

2 Comments

  1. Ma di quale Piano regolatore si parla? Catania non ha un Piano regolatore. E’ una grossa bugia.L’avvocato Rosario Russo dovrebbe sapere che a Catania non c’è un Piano regolatore che sia stato regolamente approvato e quindi vigente.La verità si è che a Catania gestisce tutto, in tema di urbanistica, un ufficio urbanistico diretto da un certo ing. Bisignano delle cui scelte bisognerebbe diffidare.Una denuncia alla Procura è necessaria. S pecie se si invoca l’applicazione di un Piano che non esiste. Chiedetelo ad un urbanista competente.

  2. Ma l’ Europa? Il diritto comunitario e qualche direttiva legata all’argomento ambiente potrebbe tornare utile

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