Calabria, Campania e Sicilia in vetta alla classifica del mare inquinato

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Subito dopo ferragosto, a conclusione del tour 2011 di Goletta Verde, Legambiente ha reso noti i dati sullo stato di salute del mare e delle coste italiane, frutto di oltre due mesi di navigazione nei nostri litorali.
Nella conferenza stampa conclusiva, Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente e Angelo Gentili, della segreteria nazionale dell’associazione, hanno parlato di risultati che si commentano da soli: “146 i punti critici disseminati lungo il territorio nazionale, praticamente uno ogni 51 km di costa, l’80% dei quali è risultato fortemente inquinato. Sotto i riflettori, ancora una volta, l’emergenza foci: 112 sono infatti quelle risultate off limits […]
L’Oscar dell’inquinamento va alla regione Calabria, dove oltre il 60% dei cittadini scarica a mare reflui non depurati a norma di legge, seguita da Campania e Sicilia”.
In generale, l’inquinamento causato dall’assenza di depurazione, a 35 anni dall’approvazione della legge Merli, riguarda oltre 18 milioni di italiani. Non si tratta, purtroppo, di dati inaspettati. Infatti, nei confronti dell’Italia è in atto una procedura di infrazione europea per il mancato rispetto della normativa comunitaria sulla depurazione degli scarichi fognari.
Il maggior numero di Comuni con oltre 15 mila abitanti, che non si sono adeguati alle direttive della Comunità sul trattamento delle acque reflue urbane, è collocato in queste tre regioni (90 in Sicilia, 22 in Calabria e Campania). La presenza di un depuratore non può d’altra parte eonsiderarsi una garanzia.
Qualche giorno addietro, su denuncia della stessa Goletta e di alcuni cittadini, è stato sequestrato il depuratore biologico delle acque reflue del quartiere Macchitella di Gela, amministrato dalla società Caltaqua. Dall’analisi delle acque alla foce del torrente Gattano era emerso un forte inquinamento, incompatibile con un corretto funzionamento del depuratore. Legambiente ha espresso il suo plauso per l’immediato intervento della Capitaneria di porto e della Guardia costiera, ed ha affermato in un comunicato che l’affidamento ai privati della gestione di un bene pubblico “non è sempre garanzia di efficienza”.
Sulla base dei prelievi effettuati e delle analisi chimiche realizzate entro 24 ore all’interno del laboratorio mobile che segue da terra la Goletta, le regioni dal mare più cristallino sono risultate la Sardegna e la Puglia.
Un altro triste capitolo riguarda la cementificazione delle coste. Secondo gli esponenti di Legambiente “ sono ben 3.495 le infrazioni per abusivismo edilizio sul demanio accertate dalle forze dell’ordine solo nel 2010, quasi 10 reati al giorno.
Anche in questa poco onorevole classifica il podio è occupato da Sicilia (682 infrazioni), Calabria (665) e Campania (508), che rappresentano insieme il 53% del totale nazionale dei reati sul cemento illegale”.
In Sicilia, in particolare, sono segnalati due dei cinque ecomostri simbolo dell’Italia sfregiata dal cemento abusivo: “ le ville mai finite costruite dalla mafia con la complicità della pubblica Amministrazione a Pizzo Sella, la “collina del disonore” di Palermo e le “villette degli assessori” sulla spiaggia di Lido Rossello a Realmonte nell’agrigentino”.
Il dilagare del cemento sulle coste non è, però, un problema che riguarda solo queste tre regioni, la speculazione edilizia, attraverso le mega opere portuali e/o la costruzione di seconde e terze case, è sempre più presente anche al Nord e al Centro.
In effetti, servirebbe “un green new deal per la tutela delle coste e per il rilancio dell’economia turistica del Belpaese, fondato sulla realizzazione di opere pubbliche davvero utili alla collettività. Si devono aprire nuovi cantieri per realizzare i depuratori per quel 30% di cittadini che ne è ancora sprovvisto, per migliorare un sistema fognario inadeguato a fronteggiare i picchi turistici estivi, per abbattere a colpi di tritolo gli ecomostri di cemento che deturpano le coste”.
Una conclusione, questa di Legambiente, certamente condivisibile e che indica un possibile percorso di cambiamento. Un percorso che in misura significativa è stato realizzato in tre regioni Sardegna, Puglia e Toscana, non a caso le più premiate dalle vele della Guida Blu 2011 di Legambiente e Touring Club Italiano.
Leggi sul sito di Legambiente “Si conclude il viaggio della Goletta Verde” in cui è contenuta la seguente tabella

IL MONITORAGGIO DI GOLETTA VERDE 2011 SUI PUNTI CRITICI DEL MARE ITALIANO
REGIONE PUNTI CRITICI DI CUI FORTEMENTE INQUINATI TOT KM DI COSTA UN PUNTO CRITICO PER KM DI COSTA FOCI AD ALLARME ROSSO
CALABRIA 20 20 714 35,7 16
CAMPANIA 19 17 470 24,7 15
SICILIA 16 15 1.484 92,8 11
LAZIO 14 11 361 25,8 10
LIGURIA 13 12 349 26,8 10
MARCHE 11 9 173 15,7 10
PUGLIA 9 4 865 96,1 4
ABRUZZO 9 7 126 14,0 9
EMILIA ROMAGNA 8 4 163 20,4 6
TOSCANA 7 5 601 85,9 5
SARDEGNA 5 5 1.731 346,2 4
VENETO 5 1 159 31,8 4
FRIULI VENEZIA GIULIA 5 2 112 22,4 4
MOLISE 3 3 35 11,7 3
BASILICATA 2 2 62 31,0 1
TOTALE 146 117 7.405 50,7 112



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