Quelli che votano

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Preoccupazioni, paure e un futuro decisamente incerto accompagnano questa campagna elettorale. Un nostro lettore, cosciente della complessità del presente, non rinuncia all’ironia. Un registro che, talvolta, aiuta a comprendere meglio il nostro tempo.

È opinione comune fra i sondaggisti che alle elezioni del 25 settembre vincerà la coalizione di centro-destra. Non è difficile prevederlo, perché per quella “parte” voteranno:

  • Quelli che se la passano bene, e temono che le cosiddette “sinistre” per raggiungere la giustizia sociale mettano tasse sui patrimoni, sui depositi bancari e su ogni fonte di ricchezza — anche se dicono di no, è meglio non fidarsi
  • Quelli che se la passano male, ma credono alle promesse di salari minimi garantiti, aumento della occupazione, benessere per tutti – certo, si sa che sono promesse, ma bisogna sempre sperare che prima o poi si avvereranno
  • Quelli a cui piace che i governi tolgano le mani dalle loro tasche, e quindi amano sentire parlare di ridurre le tasse — anche se ne pagano poche, o le evadono del tutto. Come verranno sostituite le entrate necessarie per dare i servizi essenziali a tutti, per adesso non è chiaro, ma i governi di centro-destra sanno come fare
  • Quelli che non sopportano i programmi elettorali ampi e articolati, ma preferiscono pochi slogan semplici e chiari — pur se generici, e senza spiegazioni eccessive
  • Quelli che vogliono abolire il reddito di cittadinanza, costoso e di cui si approfittano i furbetti – basta con questo “metadone di Stato”…
  • Quelli che vogliono “rinegoziare” tutto con l’Europa, perché opprime le nazioni sovrane decidendo a posto loro — anche se ci danno dei soldi, non bisogna fidarsi comunque
  • Quelli che vogliono fermare gli sbarchi dei migranti nel patrio suolo — restino dove sono, o se ne vadano altrove, e comunque è un problema dell’Europa
  • Quelli che vogliono i giudici, specie delle Procure, meno indipendenti e incontrollati — non si sa mai con certo giustizialismo…
  • Quelli che vogliono più libertà di azione come imprenditori (grandi e piccoli), senza essere imbrigliati da troppi controlli statali e continue rivendicazioni sindacali
  • Quelli che credono che le collusioni o i compromessi della politica con le mafie e i faccendieri siano tutte bufale per screditare una certa parte politica
  • Quelli che rimpiangono i periodi di ordine e disciplina, che solo certi governi “forti” possono assicurare
  • Quelli che hanno dimenticato i periodi bui della storia di cento anni fa, e le disgrazie che ne seguirono – tanto, l’autoritarismo non può tornare…
  • Quelli che credono nella Patria e nella Religione (con la maiuscola) — che vengono continuamente screditate e solo alcuni partiti assicurano di difenderle
  • Quelli che rifiutano tutte le proposte che minano il valore della Famiglia — anche se la propria si è sfasciata, è una questione di principio
  • Quelli che odiano i matrimoni tra omossessuali, e tutti i LGBT+ cioè Lesbiche, Gay, Bisessuali, Transgender e anomalie varie — che ammantati con i colori dell’arcobaleno si vogliono fare passare per finta normalità
  • Quelli che non vogliono le leggi per la cittadinanza agli immigrati — che tolgono il lavoro agli italiani!
  • Quelli che pensano che la LIBERTÀ sia poter fare quello che si vuole — come fanno certi leader che si battono per il “popolo delle libertà”

Quanti condividono almeno uno di questi punti voteranno, coerentemente, per il centro-destra.

Dal conteggio totale dobbiamo togliere:

  • quelli (tanti) che si astengono perché non si ritrovano con nessun partito in particolare,
  • quelli che non votano perché “tutti i politicanti sono disonesti, a qualunque parte appartengono”

…quanti restano a votare diversamente? Pochi.

E a quei pochi, i politici che dovrebbero rappresentarli si presentano divisi, perché a sinistra ogni partito tende a scindersi su ogni punto di discordanza (è una vecchia storia).

Mentre dall’altra parte, memori della grande lezione democristiana, si tacitano le differenze in vista dell’obiettivo comune: intanto allearsi per vincere, poi caso mai a litigare si penserà dopo, quando si sarà al potere.

E il gioco è fatto…

1 Comments

  1. NON PER RETORICA MA PER SOSTANZA DEMOCRATICA
    Per chi non intende votare o annullare le schede e per chi sta pensando se operare a tal riguardo, mi permetto di ricordare le fondamenta della nostra democrazia repubblicana.
    LETTERA di Ivo Lambruschi alla mamma -20 agosto 1944, nato a Campegine ( Reggio Emilia) il 22 ottobre 1924. Partigiano nella 36° Brigata Garibaldi “ Bianconcini”, operante sull’Appennino tosco-emiliano-romagnolo.
    Catturato e Fucilato dai nazifascisti il 22 agosto 1944.
    Mamma,
    se mi vuoi bene, non piangere, cerca di scordare le pene. IL tuo Ivo vive ancora prigioniero, ma aspetta con ansia le libertà per poterti riabbracciare come un tempo. Ma se il destino purtroppo coon me sarà cattivo: e se non ti dovessi assicurare il mio ritorno, non piangere.
    Ti ripeto perché tuo foiglio è morto per la sua causa “ per la Santa causa Italiana”.
    da “ Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana”

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